A 4 mila anni luce da noi, ruota velocissimo intorno a una pulsar che l'ha «denudata»
MILANO - È un pianeta da sogno (almeno per le signore) perché il suo interno è costituito quasi interamente di una materia della stessa natura del diamante. Un pianeta di diamante, insomma. «È la spiegazione più precisa che possiamo dare», racconta a Corriere.it Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio di Cagliari dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) che con altri astronomi (Marta Burgay, Nichi D’Amico, Sabrina Milia) dello stesso osservatorio e di altri stranieri (Parkes, Lowell, Keck) ha scoperto lo strano corpo celeste. Lo hanno scovato nella costellazione del Serpente a 4 mila anni luce dalla Terra e ruota attorno a una pulsar, un astro che emette onde radio a intervalli precisi con il ritmo del millisecondo. È una storia cosmica interessante da raccontare, il cui risultato è pubblicato sulla rivista americana Science.
LA VICENDA - In origine c’erano due stelle piccole e compatte che emettevano raggi X, ma con il passare del tempo una di queste riusciva a strappare all’altra buona parte del gas che l’avvolgeva. Questo divorare la vicina le ha cambiato però il comportamento, facendola ruotare molto più rapidamente compiendo addirittura 173 giri su se stessa ogni secondo. La vittima, al contrario, si impoveriva perdendo il 99,9 per cento del suo materiale gassoso. In pratica veniva denudata lasciandole un corpo solido, ma eccezionale perché costituito in gran parte da carbonio e ossigeno allo stato cristallino; cioè nella stessa forma del diamante. «Al massimo – aggiunge Possenti – le è rimasto un sottilissimo velo atmosferico di qualche centinaio di metri, ma non di più».
VELOCISSIMO - Il pianeta, che ha una densità molto più elevata di quelli noti, compie un giro intorno alla velocissima pulsar ogni due ore e 10 minuti a una distanza di 600 mila chilometri, poco meno del doppio della distanza Terra-Luna. Di pulsar con compagni se ne conoscono circa 150 nel cosmo ma non con queste caratteristiche. «Ed era quella che si era immaginata ma finora mai trovata», aggiunge Possenti, «perché si tratta di una pulsar con un figlio piccolo di massa ridottissima, circa un millesimo di quella del nostro Sole e poco superiore a quella di Giove, mentre tradizionalmente erano molto più grandi, decine di volte la massa di Giove. Qui sta l’interesse perché rappresenta una sorta di anello di congiunzione fra due classi di astri noti».
RADIOTELESCOPIO - Ma gli astronomi dell’Inaf di Cagliari sono elettrizzati oltre che per la scoperta ottenuta anche per un'altra ragione. A Cagliari sta infatti sorgendo un grande radiotelescopio con una parabola di 64 metri di diametro che ora è completata dal punto di vista meccanico. «Tra qualche settimana inizieremo a installare i ricevitori», annuncia Possenti, «e questo ci darà la possibilità di iniziare i primi test immaginando di avere l’impianto pronto per le attività di ricerca nel prossimo semestre». E se con il vetusto radiotelescopio australiano di Parkes si è agguantata una scoperta come questa, con il nuovo Sardinia Radio Telescope la fantasia, giustamente, corre ancora più in alto.