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giovedì 3 marzo 2011

L’universo è un’illusione – Il “Paradigma olografico”



Dott. Richard J. Boylan – Universo Olografico
Le teorie di Aspect, Bohm, Pribram sulla nuova fisica scuotono i principi della scienza tradizionale: dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è parte infinitesimale e totalità di “Tutto”
el 1982 un’équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, condusse forse il più importante esperimento del 20° secolo. Aspect ed il suo team scoprirono che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l’altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. Come se ogni singola particella sappia esattamente cosa stiano facendo tutte le altre.
Un fenomeno che può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein – che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce – è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.
La maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, ma l’esperimento di Aspect rivoluziona il postulato, provando che il legame tra le particelle subatomiche è effettivamente di tipo non-locale. David Bohm, celebre fisico dell’Università di Londra recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicassero ma non-esistenza della realtà oggettiva. Vale a dire che, nonostante la sua apparente solidità, l’Universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.
Ologrammi, la parte e il tutto
Per capire la sbalorditiva affermazione di Bohm gettiamo uno sguardo alla natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser: l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi: se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scopre che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa. Il cervello: un ologramma capace di immagazzinare miliardi di informazioni in uno spazio limitato Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall’ologramma integro. Si schiude così una nuova comprensione dei concetti di organizzazione e di ordine.
La rana, l’atomo e la rosa
Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da tale approccio. Bohm lo intuì, aprendo una strada alla comprensione della scoperta del professor Aspect.
Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso “organismo” fondamentale. Bohm semplificava con un esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate che l’acquario non sia visibile direttamente, ma solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l’altra lateralmente rispetto all’acquario.
Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Il prof. David BohmMa, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra loro: quando uno si gira, anche l’altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l’altro guarderà lateralmente. Essendo all’oscuro dello scopo reale dell’esperimento, potremmo credere che i due pesci comunichino tra loro, istantaneamente e misteriosamente. Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono “parti” separate bensì sfaccettature di un’unità più profonda e basilare, che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste “immagini”, ne consegue che l’Universo stesso è una proiezione, un ologramma.
Il magazzino cosmico
Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto. Il neurofisiologo Karl Pribram: sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni, ogni suddivisione risulta necessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete ininterrotta.
In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla è veramente separato dal resto, sicché anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso. Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente. Disponendo degli strumenti appropriati un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos’altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto ciò che Esiste. Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice stadio intermedio oltre il quale si celerebbe un’infinità di ulteriori sviluppi.
Poiché il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l’Universo col termine “olomovimento”. Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che l’informazione è distribuita non-localmente. Se è vero che l’Universo è organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch’esso abbia delle proprietà non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa l’immagine intera. Dato il presupposto, tutte le manifestazioni della vita provengono da un’unica fonte di causalità che include ogni atomo dell’Universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo stesso tempo parte infinitesimale e totalità di “tutto”.
Miliardi di informazioni…
Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell’Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni ’20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell’olografia. Secondo la teoria di Bohm, l’Universo e la vita in esso contenuta sarebbero un gigantesco ologramma. Egli ritiene che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l’area del frammento di pellicola che contiene l’immagine olografica.
Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe come il cervello riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. Quello umano può immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l’equivalente di cinque edizioni dell’Enciclopedia Treccani!). Di converso, si è scoperto che gli ologrammi possiedono una sorprendente memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l’angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.
… ma anche di idee
La nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall’enorme magazzino cerebrale risulta spiegabile più facilmente, supponendone un funzionamento secondo principi olografici. Inutile, quindi, scartabellare nei meandri di un gigantesco archivio alfabetico cerebrale, perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: si tratta forse del massimo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. L’impiego di raggi laser consente l’elaborazione degli ologrammi. Nell’ipotesi di Pribram si analizza la capacità del cervello di tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. ricevute tramite i sensi, nel mondo concreto delle percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio, fungendo da strumento di traduzione per convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente: il cervello usa gli stessi principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori.
Vi è una impressionante quantità di dati scientifici a conferma della teoria di Pribram, ormai condivisa da molti altri neurofisiologi. Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, pur sordi da un orecchio. Ne risulta che ciascuno dei nostri sensi è sensibile ad una varietà di frequenze molto più ampia. Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle frequenze sonore, il nostro olfatto percepisce anche le cosiddette “frequenze osmiche” e persino le cellule biologiche sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo nel dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise.
La realtà? Non esiste.
Ma l’aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che risulta unendolo alla teoria di Bohm. Se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? In parole povere: non esiste. Come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo materiale è una illusione. Noi stessi pensiamo di essere entità fisiche che si muovono in un mondo fisico, ma tutto questo è pura illusione. In realtà siamo una sorta di “ricevitori” che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di “mondi” esistenti nel super-ologramma.
Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato “paradigma olografico” e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto si tratti del più accurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un Universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto è infinitamente interconnesso, i cosiddetti “stati alterati di coscienza” potrebbero semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico più elevato. Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano.
Coscienza e visualizzazione
Il paradigma olografico presenta implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure, come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l’illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come “fisico”.
Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche spinge i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l’apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell’ologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la “visualizzazione” risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la “realtà”.
Il mondo è una tela bianca
Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venire facilmente spiegate se accettiamo l’ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro “Gifts of Unknown Things”, il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegarle, esperienze come queste diventano più plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realtà. In un universo olografico non vi sono limiti all’entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con don Juan, lo sciamano Yaqui. Nulla di più, né meno, miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni. E le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realtà.
Dott. Richard J. Boylan

Pubblicato in Fisica QuantisticaScienza


Autore Lino Bottaro

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Siamo troppi





Uno dei più gravi e più urgenti problemi da affrontare a livello mondiale, come Thomas Robert Malthus insegna, è quello della sovrappopolazione del pianeta. Man mano che ampie regioni della Terra raggiungono, sia pure tra mille difficoltà e contraddizioni, il benessere, e lo stile di vita di cinesi, indiani, brasiliani, ecc. comincia a essere preoccupantemente simile a quello europeo, cresce l'inquinamento e lo sfruttamento del globo, diminuiscono le risorse e quant'altro. A questo si aggiunge la tesi esposta in un suo articolo da Brandon Carter, del Laboratoire univers et theoriés, per il quale a questi rischi bisognerebbe aggiungere quello secondo cui il Dna umano non riuscirebbe più ad adeguarsi, inconveniente che potrebbe portarci all'estinzione nel "breve" giro di qualche secolo. Costui si basa sul cosiddetto "principio antropico" e sull'osservazione di von Foerster secondo la quale, "a partire dall'emergere della nostra specie Homo sapiens (alcune centinaia di migliaia di anni fa), la crescita della popolazione globale sarebbe stata quasi iperbolica, il che significa che la popolazione raddoppia non quando un determinato intervallo di tempo è passato – come avverrebbe nel caso di un aumento esponenziale standard – ma quando una prefissata misura di tempo è stata vissuta. Finora c’è stata una dozzina di questi raddoppi, ognuno caratterizzato dalla stessa misura di Foerster, con un valore che risulta equivalente a 2 mila milioni di secoli umani. Questo valore enorme e finora misterioso può essere inteso come segue". In realtà la tesi sembra decisamente allarmistica e tirata per i capelli, e coinvolgere in un ragionamento sulla possibile durata della specie umana sulla Terra la genetica e l'adattamento è un'esagerazione. Chiunque abbia studiato sa che i tempi di adattamento dell'uomo e, in generale, degli eucarioti complessi sono sempre stati molto, molto lunghi. Inoltre, non è certo da ieri, e nemmeno dall'altroieri che, grazie alle meraviglie della tecnologia, delle scienze e della tecnica, l'uomo ha smesso di essere passivo nel processo di adattamento del suo corpo e del suo Dna all'ambiente (anzi, spesso è quest'ultimo a venire adattato per venire incontro alle esigenze di sopravvivenza e di sviluppo umane). Affermazioni quali "in vita ci sono tante persone quante tutte le combinazioni possibili permesse dal genoma umano", non sono semplicemente vere. Insomma, il concetto base della tesi, quello di finitezza antropica, non è esattamente a prova di bomba. A proposito di bombe, è da ottimisti pensare, più che altro, che la specie umana non si estinguerà prima dei tre secoli previsti, ma non per improbabili cause genetiche, bensì per via di qualche guerra nucleare scatenata per la troppa avidità di potere di qualche leader politico o gruppo di potenti.


Pubblicato da scienzablog | 20:49

Le intuizioni di Lakhowsky: una chiave per interpretare la recente moria di volatili e pesci


Un contributo alla comprensione della moria che ha colpito, nei mesi scorsi, volatili, pesci, crostacei e molluschi viene dagli studi di Georges Lakhovsky, fisico e biologo russo naturalizzato francese. Le ricerche dello scienziato, risalenti ai primi decenni del XX secolo, quantunque siano rimaste nel limbo, sono ricche di feconde intuizioni.

Il professor S. Attilj nota che Lakhovsky: “Ha orientato i suoi studi in modo da strappare il velo che nasconde alle nostre conoscenze le relazioni tra le radiazioni cosmiche ed i fenomeni vitali. […] Una serie di fatti esposti dallo stesso Lakhovsky nel suo primo libro 'L’origine della vita' e nelle sue opere successive hanno dato slancio alla sua teoria che cominciò con lo studio dell’istinto animale. 'Cos’è l’istinto? Si è domandato Lakhovsky. Nessun naturalista ha potuto rispondere a questa domanda, benché alcuni di loro abbiano ammesso che esso debba essere considerato come un senso speciale. Lakhovsky, al contrario, studia il fenomeno ed ammette che la sua spiegazione deve trovarsi nelle radiazioni. Si conosce la notevole capacità di orientamento dei piccioni viaggiatori; ebbene, ecco che si assiste ad un fenomeno della più grande importanza: a Paterna, vicino a Valenza, in Spagna, si lancia un certo numero di piccioni. A qualche passo dalla piccionaia esiste una stazione radiotelegrafica che sta trasmettendo. I volatili descrivono nell’aria dei cerchi, ma senza riuscire a trovare la loro direzione; questo disorientamento cessa tuttavia non appena la stazione termina le sue trasmissioni. L’esperimento viene ripetuto in varie riprese con lo stesso risultato e lo stesso fatto viene constatato pure vicino alla stazione radiotelegrafica di Kreuznach, in Germania.

Tutti conoscono le facoltà che hanno certi rapaci notturni di orientarsi nell’oscurità, facoltà che scompare con la luce. Si sa anche che ilemmings, topi campestri delle regioni scandinave, emigrano dalle montagne della Norvegia all’avvicinarsi dell’inverno, verso il mare in gruppi di parecchie migliaia, seguendo sempre la linea retta, anche se sul loro cammino, incontrano un fiume o un lago. […] Lakhovsky spiega questi fatti in maniera geniale e probante, ricordando che ogni essere vivente emette e riceve delle radiazioni elettromagnetiche. Così organi come i canali semicircolari delle orecchie dei pennuti, le antenne degli insetti debbono essere considerati come dei ricevitori radiogoniomentrici capaci di captare radiazioni provenienti anche da luoghi lontanissimi. Di fatto i volatili, sbattendo le ali creano una tensione di circa 600 volts, tensione che aumenta con l’altitudine. Questo potenziale si accresce contro vento. Questo principio è dimostrato anche per gli animali senza ali che si elettrizzano meno a causa del loro contatto col suolo: chi non ha osservato come il cavallo ritrova facilmente la strada della sua scuderia e come il cane è capace di seguire le tracce del suo padrone? Del resto le concezioni di Lakhovsky richiamano alla mente l’ammirevole scoperta di Galvani, questo grande scienziato italiano che, nel 1786, dimostrava, malgrado l’opposizione di un altro genio italiano, Volta, l’esistenza dell’elettricità animale che possiamo considerare come una delle scoperte più importanti della biologia contemporanea.

Lakhovsky è arrivato a concludere che tutti gli esseri viventi emettono delle radiazioni e sono in grado (con poche eccezioni) di ricevere e trasmettere delle onde. […] Questa teoria non rimane una pura conoscenza biologica. Riunendo i dati della fisica e quelli dell’istologia, dà alla cellula, cioè all’elemento costitutivo dei tessuti vegetali ed animali, un significato interamente nuovo. Una cellula è costituita schematicamente dal protoplasma circondato dalla membrana cellulare. Nel protoplasma è immerso il nucleo formato da un filamento tubolare contenente il liquido conduttore avvolto in una sostanza cromatica isolante. La cellula può essere dunque considerata un circuito oscillante microscopico dotato di una lunghezza d’onda molto corta. Di fatto, il nucleo richiama il circuito oscillante di Hertz, poiché è dotato di autoinduzione e capacità e di conseguenza è in grado di oscillare e di risuonare ad una frequenza molto elevata. La bobina di induzione è costituita dalla spira che presenta il filamento del nucleo; il condensatore è formato dalla capacità tra le due estremità del filamento stesso.

Lakhovsky deduce che la vita coincide con oscillazioni di cellule e che essa nasce dalla radiazione. L’armonia delle vibrazioni cellulari assicura funzioni vitali normali; il disequilibrio di queste vibrazioni, per cause esterne o interne, crea gli stati morbosi”.

Le idee di Lakhovsky si possono reputare anticipatrici di ulteriori ipotesi formulate in seguito da altri biologi e culminati nella scoperta che ilD.N.A. stesso è assimilabile ad una micro-antenna in grado di irradiare e captare segnali elettromagnetici. Le scienze naturali e la medicina possono trarre notevoli spunti da una nuova visione dei processi biologici integrati in un contesto di relazioni tra le specie viventi e l’ambiente. E’ anche possibile assegnare a ciascuna specie vegetale ed animale uno specifico pattern elettromagnetico che si sintonizza con fenomeni esterni (si pensi alla risonanza di cavità Schumann) in un delicato sistema di rapporti. Ecco che la sfasatura creata dall’inquinamento elettromagnetico – oggi agli impianti telegrafici citati da Attilj – si sono aggiunte linee elettriche, radar, stazioni H.A.A.R.P., antenne... - può spiegare perché i migratori sono disorientati ed i cetacei si arenano. Anche se le ecatombi che hanno colpito l’avifauna ed i pesci paiono più che una conseguenza del caos elettromagnetico in cui è immerso il pianeta, il risultato di un’irradiazione mirata, è palese che alterare gli equilibri bio-elettromagnetici è sempre foriero di affezioni e di discrasie nel comportamento.

Merito di Lakhovsky fu l’aver colto un nesso tra manifestazioni biologiche ed elementi fisici lungo un iter che ha condotto alle ricerche sul D.N.A. fantasma e sui bio-fotoni.

Sempre più la vita si palesa come un fenomeno complesso di cui per giunta la dimensione bio-fisica è solo il guscio.


Fonte: G. Lakhovsky, L'osccillazione cellulare, pubblicazione a cura del Centro Georges Lakhovsky

Facebook: le regole per diventare dei Vip sul web. | vivicool.it



Facebook, il social network per eccellenza, il sito più frequentato del mondo…potremmo stare almeno una mezz’oretta a scrivere tutti i primati della creazione di Mark Zuckerberg. Ma ci soffermiamo un un fattore, come aumentare la popolarità e diventare dei veri VIP del web? Il sito Jacktech.it che fa riferimento al mensileJACK ha stilato i migliori trucchi per divemtare popolari senza fare troppa fatica. Se credevate che commentare post, essere sempre online e sempre presenti nelle discussioni leggete di seguito e ricredetevi.



Andate e socializzate? – «Come posso aumentare la mia popolarità su Facebook?». Bella domanda. Basta fare una ricerca sul web per scoprire centinaia di guide con una vagonata di consigli che ti insegnano come diventare qualcuno sul social. È semplice, in fondo, basta migliorare il proprio profilo, non perdere mai un’occasione per farti notare, cercare di essere sempre simpatici e presenti, socializzare interagendo spesso e volentieri con i propri amici per farteli ancora più amici. C’è però una teoria in controtendenza che spiega come diventare popolari senza fare assolutamente nulla. Vediamo di cosa si tratta.
Basta uno scatto – Uno dei pilastri della popolarità su Facebook nasce da una buona immagine del profilo . E fin qui non ci piove. Quando qualcuno ti cerca e poi ti aggiunge alla sua cerchia di amicizie, è la prima cosa che vede di te. Non vede le centinaia di immagini che hai cambiato nel corso del tempo – magari ogni giorno – ma vede quella hai scelto per il tuo profilo in quel momento. Quando poi siete diventati amici scoprire che hai solo quell’immagine non fa più una grande differenza. Il vantaggio di avere una sola foto, ma una davvero giusta e possibilmente intrigante, aumenta il mistero di una persona che sembre essere il vero segreto per diventare popolari in un ambiente sovraffollato e caotico come Facebook.
Fatevi desiderare – Ti arriva una richiesta di amicizia, che fai? Rispondi subito ovviamente. Sbagliato! Chi risponde immediatamente e senza batter ciglio è spesso considerato patetico, come se non aspettasse altro dalla vita che quella notifica. Se lasci passare un po’ di tempo, invece, il tuo “potenziale amico” vivrà questa attesa con maggiore ansia e desidererà ancora di più entrare a far parte delle tua cerchia di amicizie. Lasciarlo un po’ sulle spine non può che fargli bene.
Stato solido – Le persone più popolari su Facebook non sono quelle che blaterano senza sosta su cosa hanno fatto in ufficio o su quanto sia bella o brutta la vita a seconda di come gira il vento. Una persona popolare non parla a vanvera, e quando lo fa, gli altri di solito la stanno ad ascoltare. Lasciare lo stesso status per un bel po’ di tempo porta le persone a chiedersi che cosa stai facendo e ogni aggiornamento, anche il più stupido, non passerà inosservato. Facebook non va usato come Twitter, quindi per attirare al massimo la curiosità degli altri è meglio tenere il può possibile a freno la lingua.
Sei aggiornato? No. - Post, commenti, contro post e contro commenti, risultati di giochi e applicazioni in bella vista. Un profilo inondato da aggiornamenti di ogni tipo fa pensare a una persona senza una vita reale che a nessuno verrebbe in mente di invitare fuori a cena o per fare due chiacchiere. Quindi il consiglio di questa guida anticonvenzionale alla popolarità su Facebook dice di non rispondere a status, messaggi, foto e aggiornamenti altrui. Se proprio non resisti alla tentazione, non farlo come una persona normale: sii spiritoso, ironico e fai velatamente capire che non hai tempo per queste cose perché sei sempre molto impegnato.
Non collegarti - Sì, hai letto bene “non collegarti a Facebook”. Ogni tanto ovviamente fallo per vedere come vanno le cose ma soprattutto per controllare come procede il tuo indice di gradimento tra la popolazione locale regalando qualche pillola di saggezza.
vedi l’articolo su Jacktech.it

La Terra sull'orlo di una nuova estinzione di massa


 I nipoti dei nostri nipoti potrebbero dover affrontare la sesta estinzione di massa della storia della Terra: un evento drammatico, che spazzerebbe via più di tre quarti delle specie viventi. Sono le preoccupanti conclusioni di un recente studio americano. Ma evitare la catastrofe è ancora possibile.
La tigre (Panthera tigris) è una delle specie più a rischio. (foto © ATTILA BALAZS/epa/Corbis)

Scoprire che la Terra è sull’orlo di una nuova estinzione di massa non è probabilmente il modo migliore per iniziare la giornata. Eppure diversi scienziati sono convinti che il crescente numero di specie in pericolo, dai più piccoli microrganismi ai grandi mammiferi, sia un chiaro indicatore dell’avvicinarsi di questo evento. Negli ultimi 540 milioni di anni il nostro pianeta ha già affrontato cinque di questi momenti, assistendo ogni volta alla completa scomparsa di almeno il 75% delle specie animali viventi. 


L'inizio della fine                                                                                   In un articolo pubblicato oggi su Nature, un gruppo di paleobiologi dell’Università di Berkley fa il punto della situazione, e confronta la situazione attuale con quella di 540 milioni di anni fa.
«Se consideriamo solo i mammiferi più a rischio, quelli che hanno almeno il 50% di probabilità di estinguersi nelle prossime 3 generazioni, e ipotizziamo che entro i prossimi 1000 anni saranno definitivamente scomparsi, siamo certi di essere prossimi a una nuova estinzione di massa» afferma Anthony D. Barnosky, docente di biologia e principale autore della ricerca. Ma c’è di più: «Se tutte le specie oggi classificate come fortemente minacciate o vulnerabili scomparissero e il ritmo di estinzione non accennasse a diminuire, l’estinzione di massa potrebbe manifestarsi in un periodo compreso tra i prossimi 300 e 2200 anni».
C’è però anche qualche buona notizia. Secondo Barnosky non è troppo tardi per tentare di salvare le specie a rischio, ma per farlo occorre combattere contro surriscaldamento globale, distruzione degli habitat,  deforestazione, epidemie.


Ecco il colpevole
Lo scienziato fa notare che fino ad oggi si è comunque estinto solo l’1-2% delle specie sotto osservazione: è un segnale positivo ma che non deve comunque indurre ad abbassare la guardia, anche perché, secondo i ricercatori di Berkley l’attuale tasso di estinzione delle specie è più alto rispetto al passato.
I ricercatori hanno calcolato che negli ultimi 500 anni sono si sono estinte 80 specie di mammiferi su 5570, mentre la media negli ultimi 500 milioni di anni è stata di gran lunga più bassa: appena due estinzioni ogni milione di anni.
«La moderna estinzione di massa è guidata da una pericolosa miscela di cambiamenti climatici e attività umane: le conseguenze di questo fenomeno potrebbero essere imprevedibili, molto serie e, soprattutto, irreversibili» dichiara H. Richard Lane, direttore della National Science Foundation's Division of Earth Sciences che ha finanziato lo studio.


Lo studio
Gli scienziati hanno calcolato i tassi di estinzione nelle diverse ere basandosi sulle evidenze fossili e, per le epoche più recenti, sulle cronache scientifiche. Lo stesso Barnosky ammette che il metodo non è esente da errori: la datazione dei fossili non è mai precisa e non si può essere certi di aver conteggiato ogni specie che sia mai esistita. La scelta di limitare lo studio ai mammiferi è stata dettata da motivi pratici: seguirne la storia fossile è più semplice rispetto ad altre classi di animali. Per confermare i risultati dello studio occorrerà comunque allargare lo spettro della ricerca a pesci, uccelli e invertebrati.
«Il nostro lavoto sottolinea la necessità di intervenire per tutelare le specie a rischio: solo così sarà possible preservare la biodiversità nel lungo periodo. Se invece la maggior parte di loro morirà, entro i prossimi 1000 anni il mondo si troverà a dover affrontare la sesta estizione di massa»

Tratto da :.  (Focus.it, 3 marzo 2011)

IENE, I PARCHEGGI "BLU" SONO FUORI LEGGE

ROMA - Tutte (o quasi) le strisce blu di parcheggio sono illegali. Questo perché secondo il nuovo codice della strada "le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico" (Art. 7, comma 6). Le Iene avevano realizzato un servizio che mostra come in tutte le città italiane la quasi totalità delle strisce blu a pagamento si trovino all'interno della carreggiata. Per questo, in caso di multa, l'utente può tranquillamente richiedere e vincere il ricorso grazie alla tutela del Codice. Secondo le Iene, da parte dei Comuni, vi è esclusivamente la volontà di incassare i soldi.

Secondo molti sindaci, nel momento in cui vengono ridisegnate le strisce blu, la carreggiata automaticamente cambia e si restringe. Al punto che sarebbero i parcheggi a definire la carreggiata. Ma è davvero questo il modo giusto di interpretare la legge? Secondo il Codice, la carreggiata è quella porzione di strada adibita allo scorrimento dei veicoli delimitata da una striscia bianca. Per questo la quasi totalità delle strisce blu ai lati della strada sarebbero irregolari. I giudici ne sono ben consapevoli, e sono innumerevoli le sentenze in cui si attesta che le strisce blu contro le quali si è fatto ricorso sono irregolari.

Le vittime di una multa "irregolare", secondo anche il parere dei giudici, vince il ricorso automaticamente. Ma la questione è molto più spinosa. Finché a terra sono disegnate le strisce blu, legali o illegali, il parcheggio va pagato, altrimenti si rischia la multa. Ma se fino a pochi anni fa il ricorso era gratuito, oggi costa 38 euro, che non verranno rimborsati neanche in caso di vittoria. Se invece il ricorso avesse esito negativo, il "trasgressore" dovrà pagare altri 78 euro oltre i 38. Proprio per questo la maggior parte delle amministrazioni locali hanno risposto con un laconico "va tutto bene così".

Tratto da: LEGGO.IT

Cellulari: Adoc, al via richieste di rimborso tassa concessione

L'associazione:' potrebbero arrivare migliaia di cause, meglio aprire un tavolo con gestori'

02 marzo, 14:03


ROMA - Al via la campagna dell'Adoc contro la tassa di concessione governativa prevista per gli abbonamenti privati e business dei telefoni cellulari. L'associazione dei consumatori, sulla base di varie sentenze di commissioni tributarie, invita gli abbonati a diffidare, tramite raccomandata, i gestori perche' non applichino piu' tale tassa.
Si tratta, ricorda l'Adoc, di 5,16 euro al mese per i contratti privati e 12,91 per quelli business. L'Adoc ha messo anche a disposizione dei consumatori il modulo per chiedere il rimborso di quanto pagato negli ultimi tre anni pari, quindi, a 185,76 euro per i privati e 464,76 euro per il business. Sara' necessario allegare copia delle fatture e delle ricevute di pagamento. Escluse, invece, le ricaricabili perche' gia' escluse dalla tassa.
L'associazione lancia anche una proposta ai gestori: ''Sarebbe auspicabile che con i gestori si aprisse un dialogo per trovare una soluzione per poter arrivare alla restituzione del dovuto senza dover ricorrere alle commissioni tributarie per evitare un dispendio di soldi da entrambe le parti'', ha detto il presidente dell'Adoc, Carlo Pileri. L'associazione fa notare, infatti, che il modulo e' stato messo sul loro sito (www.adoc.org) solo da pochi giorni e gia' e' stato scaricato da dieci mila persone. ''Il rischio - sostiene ancora Pileri - e' che possano arrivare alle commissioni tributarie decine di migliaia di istanze''.
A fine gennaio il commissario dell'Agcom, Gianluigi Magri, aveva reso noto il pronunciamento della Commissione Tributaria del Veneto dichiaratasi per la sostanziale illegittimita' della tassa di concessione governativa sui servizi di telefonia mobile.   In una lettera al presidente dell'Autorita', Corrado Calabro', lo invita ad approfondire la questione. ''I giudici tributari regionali del Veneto - ha scritto Magri nella lettera - giungono a dichiarare l'illegittimita' tout court della tassa,rilevando l'abrogazione implicita della norma che ne prescrivel'applicazione''. Secondo Magri, peraltro, il fatto che la tassa ricada solo sui contratti in abbonamento e non sulle schede ricaricabili ''potrebbe configurare un'ipotesi di violazione''del principio di non discriminazione sancito dal Codice dellecomunicazioni elettroniche. Ricordando che la stessa questione ''e' stata sottoposta dalla Commissione Tributaria Provinciale di Taranto al giudiziodella Corte di Giustizia Ue, la cui decisione e' attesa permarzo'', Magri chiede quindi a Calabro' ''di voler procedereall'avvio delle necessarie verifiche istruttorie in materia, alfine di valutare l'opportunita' di una eventuale segnalazione alGoverno e al Parlamento''.
Tratto da : ANSA.it > Economia > News

martedì 1 marzo 2011

Il matrimonio piace strano

Cerimonia medievale o fantasy

Fiori d'arancio sì, ma senza cadere nel banale o nel convenzionale.  La scelta è infinita: ci si possono scambiare gli anelli secondo il rito medioevale, oppure sotto un arco fiorito, secondo lo stile americano tanto visitato dai film.  O ancora si può brindare al fatidico sì insieme agli invitati immersi in un'ambientazione fatata oppure in stile gotico-dark. Insomma, ogni idea è buona per chi non vuole rinunciare all'originalità e non ha timore di cadere nella bizzarria. Chi non vuole rischiare di scontentare qualche parente tradizionalista, poi, dopo aver contratto legalmente il matrimonio secondo i crismi tradizionali, replica con una cerimonia fuori dal normale o decide di coinvolgere i propri ospiti in un ricevimento a tema.

"Il 60% delle coppie che si rivolge a noi e che non si sposa in chiesa non è contento della cerimonia civile in Comune, ritenuta troppo sbrigativa - spiega  Jasmine Ferraris di Wedding Planner Srl - Così dopo la cerimonia ufficiale, ci viene chiesto di riprodurre la cerimonia in un'altra location". Vanno forte le nozze all'americana, con il classico arco fiorito e i petali sparsi a terra. In questo caso si sceglie di solito una villa, sottolinea Ferraris, oppure una bella spiaggia. In questi casi " a guidare l'evento è un nostro attore che fa anche la 'benedizione' degli sposi. E' un modo per rendere l'occasione più romantica".
Piace molto anche la cerimonia medioevale: in questo caso gli appassionati di storia si affidano all'esperto per un vero e proprio tuffo nel passato. "Ultimamente fa molto tendenza, è all'ultimo grido per sposarsi in un modo diverso dal solito", racconta Enrico Barzagli, organizzatore di matrimoni medioevali. Il rito si svolge ovviamente in una location adatta, ad esempio un castello o una dimora storica. "Tutto si svolge con intermezzi musicali e il tradizionale rito dell'epoca, spiega Barzagli, quando "in base ai possedimenti delle due famiglie, veniva stipulata e redatta la dote della sposa". Lo sposo pronuncia come allora "il giuramento di mundeburdio, di protezione, mentre la sposa promette altre cose, come fedeltà e cura della casa". Infine  c'è l'apposizione delle firme in calce a una pergamena per sancire l'avvenuta unione.

La messa in scena parte da un minimo di 3.000-3.500 euro ma il prezzo può salire a seconda delle esigenze degli sposi. I veri appassionati, che magari indossano abiti d'epoca, chiedono di allestire per tutti gli invitati una cena o un pranzo medioevale. "Si inizia con portate semplici come frutta, insalata, formaggi freschi, che aiutano la digestione per poi proseguire con piatti più elaborati, ad esempio maiale ripieno di quaglia", sottolinea Barzagli che per alcuni clienti ha ricreato, insieme ad altri professionisti, veri e propri tornei: "cavalieri che si scontrano e danno spettacolo davanti agli ospiti seduti a tavola".
Un altro genere di cerimonia molto gettonato è quello in stile celtico o in quello fantasy. Per chi vuole festeggiare in stile vintage c'è l'abito da sposa anni '50, con piume e velette, ma c'è chi ama l'etnico, lo zen o il gotico-dark. Un altro stile molto richiesto è il "fairy" in cui viene ricreato l'ambiente del bosco, con la sposa e le damigelle che indossano abiti da fata seguito da banchetto biologico.
Questo genere di nozze "alternative" è richiesto soprattutto da coppie adulte, che magari hanno già un primo matrimonio alle spalle. Più difficilmente si tratta di giovani al primo matrimonio, le cui scelte sono spesso finanziate e influenzate dai gusti dei genitori. Come riferisce Agnese Grazioli, dell'agenzia di Roma di 'Noemi Weddings', "ovviamente chi vuole legalizzare la propria unione deve prima sposarsi in Comune o in chiesa come disposto dalla legge". Dopo, ovviamente, ciascuno può fare quello che preferisce:  l'importante è ricordare che la buona riuscita di una cerimonia di questo tipo dipende molto da quanto gli invitati si lasciano coinvolgere.
Tratto da:.  TGCOM
01/3/2011

LA POESIA DI ANTONIO RAGONE: ANGIOLO SILVIO NOVARO: IL POETA DEI NOSTRI RICORDI...

LA POESIA DI ANTONIO RAGONE: ANGIOLO SILVIO NOVARO: IL POETA DEI NOSTRI RICORDI...: "Angiolo Silvio Novaro nacque a Diano Marina, provincia di Imperia il 12 novembre 1866 e morì ad Oneglia, Imperia, il 10 marzo1938. È fratell..."

Le meraviglie della natura

Natura/ Naturaleza/ Nature/ Nature

Nessuno tocchi Striscia la Notizia.

Striscia la Notizia sta subendo un attacco mediatico, senza esclusioni di colpi.
Voglio ricordare che Striscia la Notizia, è un patrimonio di TUTTI essendo l'unica trasmissione realmente LIBERA che abbiamo in Italia.
Nelle battaglie sociali (soprattutto a riguardo degli animali), delle "anomalie" ecologiche, amministrative e tantissimi altri casi, non ha alcun colore politico, o meglio, non "guarda in faccia a nessuno" anzi, spesso e volentieri smaschera coloro i quali vogliono colpire le persone più deboli.
Anche la satira è libera, colpisce tutto e tutti.
Può essere questa una colpa?
A questo proposito è stata aperta una pagina su FB come evento dal titolo 

"Nessuno tocchi Striscia la Notizia"
per chi vuol partecipare, è necessario cliccare su "parteciperò" ed è possibile invitare tutti gli amici.

di leonardo58