Visualizzazioni totali

venerdì 15 aprile 2011

Facebookmania: allarme minori

Facebookmania: allarme minori

La fine di Facebook?


Bruce Sterling, famoso scrittore di fantascienza, grande studioso dei nuovi media, ha decretato che la fine di Facebook non tarderà ad arrivare.
Portando ad esempio Myspace, che in un anno ha perso circa il 70% dei suoi contatti, lo scrittore profetizza la morte dei social network, Facebook in testa.
Secondo l’opinione di Sterling, i social network avranno, al massimo, dai sette ai dieci anni di vita, poi saranno sostituiti da nuovi media e nuovi linguaggi, anche se ovviamente non si può ancora dire quali saranno. Anzi, lo scrittore si stupisce che la fortuna di Mark Zuckerberg (il fondatore di Facebook)sia durata così a lungo…
Sicuramente, l’analisi di Sterling è basata su dati oggettivi (vedi la caduta di Myspace), inoltre sette anni fa nessuno avrebbe scommesso sulla nascita dei social network.
Così non risulta difficile credere che fra sette, dieci anni ci saranno nuove modalità -sempre virtuali – per tenersi in contatto con i propri amici e portare avanti anche la vita virtuale che sempre più persone vivono su Internet, specialmente nei siti di incontri o nei social network  in particolare.
Lo scopriremo solo vivendo!

Fonte: http://www.socialnetwork10.it

L’Unione Europea contro i filtri al P2P


emule.jpgTutti incominciò nel lontano 2004, quando inBelgio, la Sabam, che equivale più o meno alla nostra SIAE, aveva denunciato ilprovider locale Scarlet Extended reo di permettere lo scambio di materiale protetto tra i suoi utenti. In parole povere, il provider permetteva l’uso di programmi P2P tra i suoi utenti. Nulla di strano, ne il solito tentativo di porre un freno al P2P, ne che un provider ne conceda l’uso sulla propria rete.
Eppure, un giudice locale di primo grado aveva dato ragione alla Sabam, condannando il provider a bloccare totalmente la possibilità di utilizzo di software P2P per la condivisione di materiale protetto, pena multe salatissime. Addirittura venne implementato un particolare sistema di firma digitale, l’Audible Magic, che permette di riconoscere immediatamente le tipologie di file scambiati e dunque capire se si tratta di materiale protetto o no.
Ebbene, il provider Scarlet Extended ha deciso di fare appello a questa sentenza e i giudici della Corte d’Appello hanno chiesto un parere alla Corte di Giusitizia Europea.
La Corte Europea non ha ancora dato una risposta ufficiale, ma sull’argomento si è espresso l’Avvocato Genrale Pedro Cruz Villalón, che ha di fatto anticipato ciò che la Corte di Giustizia Europea probabilmente dirà.
L’avvocato ha ribadito che un giudice locale non può imporre nulla a un provider senza che prima esista una specifica norma al riguardo. In poche parole, se non esiste una norma nazionale che preveda il blocco del P2P, un giudice non può obbligare un provider a porre vincoli alla sua rete.
Ovviamente questo è il solo parere dell’Avvocato Generale, ma come detto è molto probabile che la Corte di Giusitizia Europea segua la stessa linea visto che il parere dell’Avvocato Generale non è vincolante, ma è sempre preso in seria considerazione e spesso seguito alla lettera. L’Unione Europa si appresta dunque a bocciare i filtri al P2P?
DIGITAL.IT

Il blog di iMbEsToNe: Il futuro del pc? E' sulla nuvola! Parola dell'ex ...

Il blog di iMbEsToNe: Il futuro del pc? E' sulla nuvola! Parola dell'ex ...: "cloud computing Il cloud computing ci porterà in un futuro 'staordinario e spaventoso'! E' così che la pensa Eric Schmidt CEO di Google pe..."

Una mappa dettagliata del cervello umano

NOTIZIE – Sono stati necessari quattro anni di lavoro per produrre una mappa accurata del cervello umano. Non un semplice atlante (neppure tanto semplice se pensiamo alle immagini del famoso Netter, l’atlante di anatomia umana su cui hanno studiato centinaia di studenti) ma una mappa completa, in grado di integrare sia informazioni anatomiche sia genomiche.
Questo è il risultato che da oggi è gratuitamente a disposizione della comunità scientifica grazie all’Allen Institute for Brain Science di Seattle. L’annuncio arriva cinque anni dopo la pubblicazione di un altro importante atlante, quello del cervello del topo, realizzato appunto nel 2006 dallo stesso istituto.
L’Allen Human Brain Atlas ha da oggi nuove informazioni e permette, grazie al Brain Explorer 2 la visualizzazione tridimensionale del cervello umano, identificando le aree di espressione dei singoli geni. I ricercatori hanno analizzato il cervello di due diversi individui, confrontando le differenze di struttura e espressione genica delle singole aree cerebrali.
Secondo i dati diffusi dall’istituto, i risultati ottenuti rivelano una somiglianza del 94% per cento tra i due cervelli umani. Inoltre, l’analisi dei dati (effettuata all’interno dei laboratori dell’Allen Institute for Brain Science) indica che almeno l’82% di tutti i geni umani sono espressi nel cervello, mettendo in evidenza l’enorme complessità di quest’organo, e fornendo anche uno schema essenziale per comprenderne meglio le funzionalità e aiutare la ricerca nelle malattie neurologiche.
Nell’atlante vengono integrate analisi effettuate con la risonanza magnetica (MRI), l’istologia e i dati di espressione genica ottenuti sia con i microarray sia con la tecnica dell’ibridazione in situ (ISH).
E non manca la par condicio. I primi due cervelli analizzati provenivano da donatori maschi, e oggi i laboratori stanno analizzando il cervello di una donna, come ha spiegato Allan Jones, amministratore delegato dell’istituto in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal.
Nell’annuncio ufficiale Jones afferma inoltre: “Capire come i geni vengono utilizzati nel nostro cervello aiuterà gli scienziati e la comunità medica a comprendere meglio i meccanismi e scoprire nuovi trattamenti per i diversi tipi di patologie del cervello, dalle malattie mentali alla tossicodipendenza, al morbo di Alzheimer e di Parkinson, alla sclerosi multipla all’autismo”.
Il prossimo passo è ora di ampliare il numero di campioni (otto entro la fine del prossimo anno) per migliorare la risoluzione, la qualità e l’attendibilità statistica dei dati.

di Francesca Petrera
Tratto da :. 

OGGISCIENZA

lunedì 11 aprile 2011

Trenta anni fa partiva il primo shuttle

Navetta usa si prepara a volo di addio

11 aprile, 21:06di Enrica Battifoglia   Ansa.it



Il 12 aprile e' una data importante per lo spazio: nel 1961 la Vostok ha portato il primo uomo in orbita; 20 anni piu' tardi il primo shuttle, il Columbia, inaugurava la nuova stagione di voli umani che ha permesso di costruire la piu' grande struttura mai assemblata in orbita: la Stazione Spaziale Internazionale.
Il 12 aprile 1981 a bordo del Columbia c'erano gli astronauti John Young e Robert Crippen: era la prima volta nella storia dello spazio che una navetta affrontava il suo primo volo con un equipaggio a bordo. E' un anniversario importante, che arriva proprio mentre la navetta americana si prepara ad uscire di scena. Volera' ancora solo sue volte: a fine aprile e in estate.
Sulla rampa di lancio del Kennedy Space Center della Nasa, a Cape Canaveral, lo shuttle Endeavour e' pronto a partire per il 29 aprile. Il lancio era previsto inizialmente per il 19, ma il ''traffico intenso'' sulla stazione orbitale ha costretto a dieci giorni di attesa. A bordo ci saranno l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Roberto Vittori e uno strumento unico, Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), destinato ad andare a caccia di antimateria nello spazio.
Nel frattempo, sempre al Kennedy Space Center, i tecnici stanno gia' lavorando attorno all'ultimo shuttle, l'Atlantis. Nei giorni scorsi gli astronauti hanno visitato la navetta per alcuni test e l'hanno trovata ''in gran forma'', come hanno scritto su Twitter. Il loro trasferimento a Cape Canaveral e' previsto per il 24 giugno e l'indomani dovrebbe partire il conto alla rovescia in vista del lancio, al momento in programma per il 28 giugno.
Dopo questo volo il programma chiudera' i battenti e le tre navette rimaste della storica flotta diventeranno oggetti da museo. Sara' questo il destino dell'Endeavour, dell'Atlantis e del Discovery, che ha volato per l'ultima volta all'inizio di marzo. Del Columbia e del Challenger, protagonisti di due momenti tragici della storia dello spazio, non restano che rottami, ma anche quelli sono stati richiesti dal piu' celebre dei musei dedicati allo spazio, lo Smithsonian National and Air Museum a Washington.
Complessivamente le 5 navette hanno fatto piu' di 130 voli, portando in orbita oltre 350 persone e percorrendo almeno mezzo miliardo di chilometri: una distanza sufficiente a coprire lo spazio che separa la Terra da Giove. Lo shuttle merita un posto nella storia dei voli spaziali perche' e' stato il primo velivolo riutilizzabile, capace di raggiungere l'orbita con una potenza grandissima e di atterrare leggero come un aliante. Inizialmente ha funzionato come un laboratorio unico, nel quale era finalmente possibile fare esperimenti senza gravita', poi e' diventato il veicolo indispensabile per portare in orbita i grandi moduli della Stazione Spaziale e per assemblarli e per portare gli astronauti a compiere missioni celebri, come quelle per la manutenzione del telescopio spaziale Hubble.

Malati di internet? I fattori di rischio

Malati di internet? I fattori di rischio

Report Il prodotto sei Tu - Sommossa Web 2.0



Tratto da :. oknotizie.virgilio.it
REPORT --  RAI 3

domenica 10 aprile 2011

UFO, X-FILES DELL'FBI: "NEL '50 TROVATI TRE CORPI UMANOIDI"

L'alieno di Rosswell, rivelatosi un falso
WASHINGTON - Arrivano dagli Usa dei nuovi documenti che fanno luce sui presunti avvistamenti di Ufo avvenuti nei cieli americani negli anni '40. Secondo i documenti dell'Fbi, scovati e pubblicati dalSalt Lake Tribune, gli agenti di quel periodo scrissero due documentazioni relative a un avvistamento nello Utah e a un altro in New Mexico, il famoso "alieno di Rosswell". Il primo X-files, è una rapporto dell'Fbi firmato dall'agente Guy Hottel e datato 22 marzo 1950, descrivendo tre dischi volanti precipitati in New Mexico, tutti di un diametro di 16 metri e con al loro interno tre figure umanoidi alte circa un metro. Questo è quanto si legge nel documento: ««Ogni disco  era occupato da tre corpi di forma umanoide alti meno di un metro, vestiti con un tessuto metallico a trama molto fitta. Ogni corpo era avvolto in una specie di bendaggio simile alle tute anti gravità usate dai piloti collaudatori». Secondo il rapporto i velivoli sarebbero precipitati a causa della potente interferenza dei radar dell'aviazione statunitense. Sul secondo avvistamento i documenti risalgono al 4 aprile 1949, quando alcuni agenti dell'Fbi nello Utah, inviarono un documento "urgente" al  direttore del Bureau, J. Edgar Hoover. Nell'X-files si parla di due agenti di polizia e del custode di un negozio che avrebbero visto un Ufo volare sui cieli della cittadina di Logan per poi esplodere. Il documento, intitolato "Dischi volanti", recita :«I tre videro un oggetto di colore argenteo che si stava avvicinando alle montagne del Sardine Canyon e che è sembrato esplodere in un'eruzione di fuoco. Diversi cittadini di Trenton dissero di aver visto quello che sembrò essere una doppia esplosione aerea seguita da oggetti cadenti».
Domenica 10 Aprile 2011 - 18:47
Tratto da:. LEGGO