Dopo le visioni, il parroco annuncia: «Fenomeni divini»
VILLA GUARDIA (Como) - Ogni volta, fino a pochi minuti prima dal termine di ognuna delle tre messe domenicali celebrate ieri nel santuario della Santissima Trinità Misericordia di Maccio, frazione di Villa Guardia, nessuno avrebbe potuto pensare a una giornata fuori dall' ordinario. E invece, ogni volta, le ultime parole pronunciate dal parroco don Luigi Savoldelli o dal vicario don Rossano Quercini, hanno dato il segno che qualcosa di diverso - nella notte tra sabato e ieri - era accaduto. «I fedeli che volessero - sono state ad esempio le parole di don Rossano a chiusura della celebrazione delle 8.30 - possono venire all' altare per venerarlo con un bacio, semplicemente per toccarlo, oppure per guardare i segni della presenza di Dio». E lì, in quel momento, come negli altri momenti simili della giornata, i fedeli - tanti, già molti più del solito, pur senza alcun cedimento a commozioni teatrali - hanno lasciato i banchi e le sedie in massa e, silenziosamente, hanno raggiunto la mensa sacra di marmo grigio-nero. Un altare di 18 quintali di peso, dal quale - come hanno ufficialmente annunciato i sacerdoti di Maccio - sgorga, in maniera apparentemente inspiegabile, acqua purissima. Misteriosa, visto che non risultano falde o corsi d' acqua sotto la chiesa. O addirittura miracolosa, secondo la rapida traduzione popolare. Nel volgere di poche ore, la notizia del «miracolo di Maccio» ha fatto molta strada. E ciò che fino allo scorso sabato sera non accadeva o accadeva meno - il pellegrinaggio dei fedeli per sfiorare il marmo umido con mani, labbra, rosari e santini - da ieri si ripete incessante e con crescente partecipazione. Anche perché l' invito ripetuto dai sacerdoti ai fedeli è proprio a non rinunciare a questo contatto con «il segno divino». E quelle microscopiche goccioline («umidità», brontolava una sparuta minoranza di scettici) sono rapidamente diventate un centro di attrazione cristiana ancora più forte di quanto il santuario stesso non lo fosse dallo scorso 27 novembre. Cioè da quando il vescovo di Como, Diego Coletti, elevò la periferica chiesa parrocchiale di Maccio al rango di santuario dopo aver certificato che le ripetute esperienza mistiche del maestro del coro - Gioacchino Genovese, 51 anni, secondo alcuni capace anche di stimolare guarigioni «miracolose» - non presentano , né derivano da «fenomeni di autosuggestione». Ora, per «l' altare che piange» - «Da più di un anno, ma l' abbiamo voluto rendere noto solo adesso», rimarca il vicario don Rossano Quercini - la vicenda è un pò diversa. Non esiste ancora, se non in forma di placet alla pubblica comunicazione, un pronunciamento ufficiale della commissione diocesana sui fatti di Maccio, né tantomeno dalla Congregazione per la dottrina della fede. L' unico parere scritto, paradossalmente, viene dalla scienza dei Ris di Parma, che hanno certificato la purezza assoluta dell' acqua che ricopre l' altare. Ma - scienza o fede che sia - Maccio è già una nuova piccola capitale dei pellegrinaggi, almeno dal Nord Italia, con parrocchie che arrivano in pullman per respirare l' aria (e l' acqua) di grazia del santuario. «E forse è solo l' inizio», vaticinava ieri don Rossano. Emanuele Caso RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il mistico Gioacchino Genovese (nella foto), 51 anni, è il maestro del coro «Regina Pacis». In numerose occasioni, durante la celebrazione di funzioni religiose, l' uomo è protagonista di «esperienze mistiche di grande rilievo spirituale». Testimone da oltre un decennio di «esperienze mistiche» «rivelazioni», con stati di apparente trance che in più occasioni lo privano dei sensi in chiesa, soprattutto dopo aver preso l' Eucarestia, davanti a centinaia di persone. A Maccio i fedeli parlano di «visioni», «momenti di intensa sofferenza» e di «guarigioni». La Congregazione per la dottrina della fede ritiene l' esperienza di Genovese «in perfetta coerenza con la dottrina e la morale, e aliena da qualsiasi fenomeno di autosuggestione» **** Il vescovo Le prime voci sul particolari accadimenti mistici nella chiesa parrocchiale di Maccio - costruita alla fine dell' 800 - risalgono all' estate del 2007, ma è soltanto il 26 ottobre 2010 che emerge la verità. Il vescovo di Como, Diego Coletti, infatti, quella sera, tramite il vicario episcopale don Italo Mazzoni, annuncia che la chiesa diventerà presto santuario della Santissima Trinità Misericordia. Un mese dopo, il 27 novembre 2010, lo stesso vescovo Coletti officia la cerimonia di elevazione. Motivo decisivo della scelta, «il ripetersi di esperienze mistiche particolarmente intense» vissute dal maestro del coro della chiesa, Gioacchino Genovese, a cui assistono ripetutamente centinaia di fedeli.
di:. Caso Emanuele
Corriere della Sera