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venerdì 1 aprile 2011

Ripulire il mare dal petrolio: potrebbe essere fatto con la lana

Viene dall’idea di un italiano, la possibilità di ridurre i danni provocati dalle cosiddette “maree nere”, dallo sversamento in mare di petrolio.
Questa, oltre ad essere particolarmente innovativa, potrebbe essere un’idea rivoluzionaria, e a concepirla e brevettarla pare sia stato Luciano Donatelli, presidente dell’Unione Industriali di Biella che ha messo a frutto la sua esperienza con i tessuti, Mauro Rossetti, direttore dell’Associazione Tessili e Salute di Biella e a Mario Plomer, Amministratore Delegato di Tecnomeccanica Biellese. Si tratta dell’utilizzo della comunissima lana grezza in unione ad un sistema tecnologico chiamato “Wores”, che potrebbero rimediare a disastri naturali come quello avvenuto recentemente, nell’estate 2010, con la piattaforma petrolifera Bp, nel Golfo del Messico. Lo strumento, sfruttando le proprietà idrorepellenti della lana e la capacità di assorbire olii, con valori anche superiori al suo peso, assorbirebbe il petrolio, ripulendo il sistema.
Inoltre questo sistema potrebbe apportare anche dei vantaggi economici ai produttori di lana, perché essendo uno scarto di lavorazione e non avendo nessuna utilità, acquisterebbe valore. Poi, dopo che abbia svolto il suo compito, la lana potrebbe venire smaltita nei termovalorizzatori, che sfruttano le proprietà caloriche del petrolio. Wores invece, essendo la parte meccanica e tecnologica, potrebbe essere installato su navi di qualsiasi dimensione per spargere in mare la lana ed attraverso appositi scivoli, la recupera, la strizza con delle presse che poi scaricano l’olio nero in un serbatoio. Alla fine, la lana si ritrova ad essere pronta per il riutilizzo, almeno altre dieci volte.
Tratto da :. TECNOLOGIA E RICERCA.com

La mappa della gravità terrestre disegnata da GOCE





L’animazione mostra il geoide ricavato da oltre un anno di dati sulla gravità terrestre, inviati dal satellite GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer), lanciato a marzo 2009. Si tratta della più dettagliata mappa di questo tipo mai realizzata.
Il geoide è un solido costruito come una mappa altimetrica, in cui ogni punto serve a disegnare la superficie equipotenziale della Terra, i luoghi cioè dove il potenziale gravitazionale ha valore uguale. Picchi e avvallamenti indicano pertanto zone dove la gravità è maggiore o minore, a seconda della densità della colonna che, dal centro della Terra, porta al punto in cui il satellite ha effettuato il rilevamento (la forza di gravità è proporzionale alla massa e varia quindi con la distribuzione della massa all’interno del pianeta).
Gli scienziati ritengono che lo studio accurato delle variazioni gravitazionali alla superficie terrestre consentiranno di trarre indicazioni utili nella previsione dei terremoti.
Tratto da :. OMEGA CENTAURI

Grisù

Il grisù (o grisou) è una miscela gassosa composta essenzialmente da metano, presente soprattutto nelle miniere di carbone e di zolfo; si sprigiona lentamente dallo stesso giacimento attraverso fratture o anche improvvisamente da grandi cavità della roccia nelle quali si  accumulato.
Il grisù è altamente infiammabile ed esplosivo e risulta pertanto molto pericoloso per i minatori che lavorano alla sua estrazione. Nella combustione l’aumento di volume provoca infatti un aumento di pressione e quindi di velocità di propagazione nelle gallerie (fino a 200 metri al secondo, corrispondenti a 720 Km/h), per cui altre quantità di grisù, che si trovano anche in zone lontane dalla miniera, prendono fuoco con conseguenze catastrofiche.
Incidenti del genere sono avvenuti anche in Italia, infatti bisogna ricordare il disastro di Morgnano (in provincia di Perugia), avvenuto il 23 marzo 1955, con un bilancio di 22 morti, e il disastro di Ribolla, del 1954, con un bilancio di 43 morti. Tre anni dopo in Sicilia, il 20 agosto 1957, nella Miniera Trabia Tallarita di Sommatino (in provincia di Caltanissetta) morirono 23 zolfatari, e molti altri rimasero feriti.
Curiosità: il termine grisù è diventato famoso negli anni settanta con la messa in onda in televisione del cartone animato Grisù. Protagonista un simpatico e geniale draghetto che aveva difficoltà a gestire le proprie emozioni e che da grande voleva fare il pompiere Sorriso
Grisù

Tratto da :. IL POTERE DELLA FANTASIA


«L' altare piange, miracolo»


Dopo le visioni, il parroco annuncia: «Fenomeni divini»

VILLA GUARDIA (Como) - Ogni volta, fino a pochi minuti prima dal termine di ognuna delle tre messe domenicali celebrate ieri nel santuario della Santissima Trinità Misericordia di Maccio, frazione di Villa Guardia, nessuno avrebbe potuto pensare a una giornata fuori dall' ordinario. E invece, ogni volta, le ultime parole pronunciate dal parroco don Luigi Savoldelli o dal vicario don Rossano Quercini, hanno dato il segno che qualcosa di diverso - nella notte tra sabato e ieri - era accaduto. «I fedeli che volessero - sono state ad esempio le parole di don Rossano a chiusura della celebrazione delle 8.30 - possono venire all' altare per venerarlo con un bacio, semplicemente per toccarlo, oppure per guardare i segni della presenza di Dio». E lì, in quel momento, come negli altri momenti simili della giornata, i fedeli - tanti, già molti più del solito, pur senza alcun cedimento a commozioni teatrali - hanno lasciato i banchi e le sedie in massa e, silenziosamente, hanno raggiunto la mensa sacra di marmo grigio-nero. Un altare di 18 quintali di peso, dal quale - come hanno ufficialmente annunciato i sacerdoti di Maccio - sgorga, in maniera apparentemente inspiegabile, acqua purissima. Misteriosa, visto che non risultano falde o corsi d' acqua sotto la chiesa. O addirittura miracolosa, secondo la rapida traduzione popolare. Nel volgere di poche ore, la notizia del «miracolo di Maccio» ha fatto molta strada. E ciò che fino allo scorso sabato sera non accadeva o accadeva meno - il pellegrinaggio dei fedeli per sfiorare il marmo umido con mani, labbra, rosari e santini - da ieri si ripete incessante e con crescente partecipazione. Anche perché l' invito ripetuto dai sacerdoti ai fedeli è proprio a non rinunciare a questo contatto con «il segno divino». E quelle microscopiche goccioline («umidità», brontolava una sparuta minoranza di scettici) sono rapidamente diventate un centro di attrazione cristiana ancora più forte di quanto il santuario stesso non lo fosse dallo scorso 27 novembre. Cioè da quando il vescovo di Como, Diego Coletti, elevò la periferica chiesa parrocchiale di Maccio al rango di santuario dopo aver certificato che le ripetute esperienza mistiche del maestro del coro - Gioacchino Genovese, 51 anni, secondo alcuni capace anche di stimolare guarigioni «miracolose» - non presentano , né derivano da «fenomeni di autosuggestione». Ora, per «l' altare che piange» - «Da più di un anno, ma l' abbiamo voluto rendere noto solo adesso», rimarca il vicario don Rossano Quercini - la vicenda è un pò diversa. Non esiste ancora, se non in forma di placet alla pubblica comunicazione, un pronunciamento ufficiale della commissione diocesana sui fatti di Maccio, né tantomeno dalla Congregazione per la dottrina della fede. L' unico parere scritto, paradossalmente, viene dalla scienza dei Ris di Parma, che hanno certificato la purezza assoluta dell' acqua che ricopre l' altare. Ma - scienza o fede che sia - Maccio è già una nuova piccola capitale dei pellegrinaggi, almeno dal Nord Italia, con parrocchie che arrivano in pullman per respirare l' aria (e l' acqua) di grazia del santuario. «E forse è solo l' inizio», vaticinava ieri don Rossano. Emanuele Caso RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il mistico Gioacchino Genovese (nella foto), 51 anni, è il maestro del coro «Regina Pacis». In numerose occasioni, durante la celebrazione di funzioni religiose, l' uomo è protagonista di «esperienze mistiche di grande rilievo spirituale». Testimone da oltre un decennio di «esperienze mistiche» «rivelazioni», con stati di apparente trance che in più occasioni lo privano dei sensi in chiesa, soprattutto dopo aver preso l' Eucarestia, davanti a centinaia di persone. A Maccio i fedeli parlano di «visioni», «momenti di intensa sofferenza» e di «guarigioni». La Congregazione per la dottrina della fede ritiene l' esperienza di Genovese «in perfetta coerenza con la dottrina e la morale, e aliena da qualsiasi fenomeno di autosuggestione» **** Il vescovo Le prime voci sul particolari accadimenti mistici nella chiesa parrocchiale di Maccio - costruita alla fine dell' 800 - risalgono all' estate del 2007, ma è soltanto il 26 ottobre 2010 che emerge la verità. Il vescovo di Como, Diego Coletti, infatti, quella sera, tramite il vicario episcopale don Italo Mazzoni, annuncia che la chiesa diventerà presto santuario della Santissima Trinità Misericordia. Un mese dopo, il 27 novembre 2010, lo stesso vescovo Coletti officia la cerimonia di elevazione. Motivo decisivo della scelta, «il ripetersi di esperienze mistiche particolarmente intense» vissute dal maestro del coro della chiesa, Gioacchino Genovese, a cui assistono ripetutamente centinaia di fedeli.
di:. Caso Emanuele
       Corriere della Sera 

La cometa Elenin sfiorerà la Terra il 16 Ottobre 2011

C2010 X1 Elenin è una cometa di lungo periodo, pensate ci mette 10.000 anni per compiere la sua orbita attorno al sole. Fu scoperta il 10 dicembre 2010 da un astrofilo russo, Leonid Elenin, da cui prende parte del nome, con un telescopio elettronico sito in New Messico.
Nel momento della scoperta non si ha mai la certezza della traiettoria che la cometa prenderà, ma oggi sappiamo che dovrebbe passare ad una distanza dalla Terra di circa 100 volte quella Terra-Luna, a 21 milioni di miglia di distanza. Secondo la NASA, la cometa non arriverà mai ad essere una minaccia per la Terra, buon per noi! 
di Redazione

mercoledì 30 marzo 2011

europress2010: UFO IN ADRIATICO - REALTA' CHE SUPERA LA FANTASIA

europress2010: UFO IN ADRIATICO - REALTA' CHE SUPERA LA FANTASIA: "Già Tito Livio fu probabilmente testimone oculare di 'qualcosa di strano' nel mare Adriatico. Strane luci, bagliori notturni, avvenimenti ..."