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giovedì 23 giugno 2011

GLI ALIENI SONO GIA' VENUTI SULLA TERRA


Se in passato una popolazione aliena sia già venuta sulla terra o abbia aiutato la popolazione terrestre o ne abbia influenzato la tecnologia che ne veniva usata con nuovi strumenti e conoscenze, è un dibattito che sicuramente non porterà ad alcun risultato soddisfacente, considerando le numerose teorie a favore e contro che potrebbero alimentare fiumi di inchiostro ma lasciare in ogni caso dubbi sulla teoria privilegiata.
Ma sicuramente vi sono delle costruzioni sulla terra che possono essere definite impossibili per il contesto storico e soprattutto tecnologico e scientifico della popolazioni in quel contesto temporale.
Le linee di Nazca ad esempio hanno alcune particolarità clamorose: la rappresentazione perfetta di un ragno sudamericano che sarebbe visibile nelle sue particolarità in un microscopio e che viene rappresentato perfettamente a dimensioni visibili solo dall'alto. Già difficile creare disegni cosi ampi ed esclusivamente visibili ad altezze considerevoli senza che l'uomo in quel contesto potesse volare, ancor più difficile raffigurare un animale cosi microscopico senza appunto un microscopio.
Un ritrovamento importante è costituito da un documento sumero di 6000 anni fa dove è scritto chiaramente la completa descrizione del sistema solare, fatto questo che solo nella nostra epoca ha avuto conferma, e che dimostra una conoscenza e forse la presenza di strumenti astronomici di altissimo livello. Soprattutto la descrizione della grandezza dei pianeti e delle loro caratteristiche lascia stupefatti considerando che si tratta di un documento del 4000 a.C..
Stesso discorso vale per i monumenti dell'antico Egitto dove ci si trova di fronte a perfetti allineamenti stellari, con margini di errori pressochè nulla. In tema di piramidi, anche se su questo tema vi è un acceso dibattito che sostiene che la vicenda sia un falso clamoroso, le piramidi bosniache lasciano stupefatti considerando il periodo di datazione.
Se a questo aggiungiamo che i recenti studi compiuti nei siti delle popolazioni precolombiane hanno rilevato che le antiche città esistevano già migliaia di anni fa e che le ciclopiche costruzioni hanno datazioni antichissime, ciò ci fa riflettere su una storia del mondo che forse è da riscrivere.

Tratto da :. EUROPRESS

Il meraviglioso e stupefacente telescopio spaziale europeo Herschel

Herschel Space Observatory è un telescopio spaziale che lavora nel campo dell'infrarosso, lanciato dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) il 14 maggio 2009. Lavorando nel campo degli infrarossi ha la particolarità di riuscire a individuare cose non visibili con una normale foto. Siamo abituati a pensare che la luce ad esempio quella emessa dalla nostra stella,il Sole, sia solo quella che i nostri occhi possono vedere. Lo “spettro”, l'intervallo di emissione elettromagnetica, di luce del Sole è qui rappresentato in modo schematico.
La luce del sole contiene il 4% di radiazione ultravioletta, 52% di radiazione infrarossa e 44% di luce visibile. Quando osserviamo quindi una foto vediamo solo il 44% della radiazione. Herschel a differenza del più famoso telescopio Hubble riesce a catturare la radiazione infrarossa, ovvero quel 52% di informazioni in più! Capite quindi l'importanza di avere uno strumento del genere per approfondire la conoscenza delll'universo.
Rappresentazione artistica del telescopio (PD-USGov-NASA)
Dopo questa piccola introduzione che serve a chiarire le idee, quello che voglio presentarvi ora è un bellissimo pezzo di giornalismo scientifico nato dalla collaborazione tra Euronews e l'ESA. Euronews è il più importante canale televisivo d'informazione in Europa, tra le sue rubriche, ne ha una in particolare che si occupa di Spazio "Space" e il video presente fa parte di questa rubrica. In 12 minuti viene spiegato in modo abbastanza chiaro e semplice l'importanta del satellite Herschel, il suo funzionamento e l'innumerevole numero di dati raccolti. Un piccolo viaggio alla scoperta di una delle macchine più complesse realizzate dall'uomo.

E' di questa settimana la pubblicazione dei dati relativi all'osservazione del centro della nostra galassia da parte del telescopio Herschel ad opera dei ricercatori dell'INAF-IFSI di Roma. Questa osservazione ha rilevato per la prima volta un gigantesco anello ellittico composto di dense nubi di materia fredda. Nel seguente video Sergio Molinari spiega questa ultima scoperta 

Tratto da :. VERA SCIENZA 

Dal mare l’energia per sostituire 6 impianti nucleari


Dalla natura è possibile ricavare energia alternativa che sostituisca quella nucleare, alla quale i cittadini italiani nel referendum del 12 e 13 giugno hanno detto no. Abbiamo visto come sia possibile sostituire nel giro di 10 anni l’energia pari a quella di 3 centrali nucleari sfruttando l’agricoltura, ma la terra non offre solo questo.
Prospettive di sviluppo dell’energia dal mare per la produzione elettrica in Italia“, il workshop promosso dall’Enea, ci illustra come con gli 8.000 kilometri di costa italiana si possa sfruttare l’energia delle correnti marine. Il potenziale di energia prodotto sarebbe equiparabile a quello di ben 6 centrali nucleari di modello Epr, quelle a cui abbiamo detto no al referendum per intenderci.
Al workshop hanno preso parte illustri scienziati e società internazionali come Vincenzo Artale, responsabile dell’Unità Tecnica Modellistica Ambientale dell’Enea, l’oceanografo dell’Enea Gianmaria Sannino, o Marco Marcelli, fondatore del Laboratory of Experimental Oceanology and Marine Ecology e docente all’Università della Tuscia. E se gli altri Paesi quali Norveglia, Protogallo, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Canada stanno già investendo nel “mare”, l’Italia si sta ora affacciando su questa possibilità.
Basti pensare che le correnti soltanto dello Stretto di Messina basterebbero a dare energia ad unacittà di due milioni di abitanti. In merito a questi studi è stato presentato il progetto Enermarall’interno dello stesso workshop, il primo prototipo di una turbina marina ad asse verticaledenominata Kobold, installata appunto nello Stretto. Inoltre, grazie ad un brevetto italiano, in ulteriore via di sviluppo, di una diga a cassoni denominata Rewec3 (Reasonant Wave Energy Converter), è stato realizzato un dispositivo avanzato per lo sfruttamento dell’energia ondosa.
Ma se le potenzialità della natura marina sono enormi non bisogna dimenticare di fare attenzione al territorio e al patrimonio naturalistico di alcune zone, come tiene a specificare l’ecologo e oceanologo Marco Marcelli, dell’Università della Tuscia.
Sulle coste -ha avvertito- ci sono enormi attività ed ecosistemi da salvaguardare, sono dei beni che il progresso deve tutelare. Per questo va rivisto il vecchio Piano nazionale difesa mare e coste del 1982
Queste verifiche e l’avvio di progetti concreti vanno però velocizzati ed iniziati da subito, perchè la necessità di trovare forme energetiche alternative è imminente e concreta dopo l’esito del referendum. L’Enea infatti già da qualche mese sta mappando le acque del Mediterraneo, grazie ad un finanziamento del Ministero dello Sviluppo Economico di 500 mila euro.