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giovedì 7 aprile 2011

Foto dei misteri dove fu ucciso un prete !!

Vernazza: turista ritrae una chiesa vuota ma nello scatto appare un sacerdote
Fenomeni 'paranormali' o semplici suggestioni? Dì la tua



Nel tondo, appare sfocata la figura di un'entità
Nel tondo, appare sfocata la figura di un'entità
La Spezia, 7 aprile 2011 - HA DETTO di essere stata ignara, al momento dello scatto, che l’altare su cui aveva puntato l’obiettivo era proprio quello delle anime. E nemmeno sarebbe stata a conoscenza che poco distante da lì, nella canonica della chiesa, oltre 11 anni fa, venne ucciso il parroco, massacrato di botte. Avrebbe saputo tutto ciò quando ha fatto vedere l’immagine ad un’amica che lavora nel paese meta della vacanza, Vernazza, perla turistica delle Cinque Terre.

E lo sconcerto si è tradotto in choc, quanto meno per l’amica. L’immagine digitale consegnata al computer dopo l’operazione di trasferimento dalla memory card, fa vedere... l’invisibile. Quello che l’occhio umano non aveva carpito al momento del clic è finito nel file, seppur in forma sfumata, sfuocata, mossa: la figura di un uomo minuto che indossa un abito talare, con una stola attorno al collo; alle sue spalle, sfuggenti, gli apparenti contorni di un volto. Quanto basta per avere la schiena percorsa da un brivido e aprire la mente a vari interrogativi, più o meno inquietanti: un macabro bluff? Un’esposizione lunga alla luce che ha colto e impresso nella memoria, con effetto trasparenza, il transito di una persona spuntata all’improvviso e poi scomparsa agli occhi di chi ha effettuato lo scatto? Un fenomeno paranormale che ’scomoda’ l’anima candida di don Emilio Gandolfo, il parroco-intellettuale morto dopo una vera e propria tortura il 2 dicembre del 1999?

L’autrice dello foto è una turista sarda. Da giorni ha lasciato Vernazza. La sua identità la conosce solo l’amica del posto, che però non vuole rivelarla. Lei stessa chiede l’anonimato. «Troppo clamore...».
Ma lei almeno «garantisce» che la sua amica non è un’illusionista?
«Certo, al cento per cento. E’ una persona al di sopra di ogni sospetto».

Magari siamo di fronte ad una mossa per riaccendere i riflettori sul delitto?
«Impensabile. Era all’oscuro di tutto».


«Se la vicenda serve a ridare quota alle indagini, è comunque un bene, al di là dei misteri che presenta e delle deduzioni della ragione e del cuore», dice il vicesindaco di Vernazza, Gerolamo Leonardini, cattolico praticante, primo cittadino all’epoca del delitto. Lui, in proposito, ha un’opinione precisa. «L’omicidio viene da lontano. Il mite e minuto don Emilio è stato ucciso perché, forse, custodiva un segreto pesante come un macigno, per estorcere il quale, venne massacrato di botte».
E della foto cosa pensa?
«Non faccio testo, ma io vedo l’immagine sfumata di un uomo in abito talare... Non è certo il parroco attuale, la cui stazza è notevole».


Abbiamo chiesto allora ad un esperto, il professor Lorenzo Colloreta, docente di fotografia digitale ad Architettura a Firenze, a cui abbiamo girato la foto per mail.+
Che dire?
«Al 99 per cento non è un fotomontaggio. Siamo di fronte al transito reale di una persona. Si è verificato quello che tecnicamente si chiama effetto fantasma».

Cioè?
«Si verifica quando, durante un’esposizione prolungata, l’azione del flash si somma a quella della luce ambiente. In questo caso si ha un effetto-trasparenza nelle zone dell’immagine dove un soggetto in movimento si sovrappone allo sfondo»

Sembra intravvedersi una stola...
«E’ l’effetto della sovrapposizione dell’architettura dell’altare».

Tutto spiegabile...
«Sì; ma c’è di più. Esaminando il contenuto del file ancor prima dell’immagine balza in evidenza l’assenza dei metadati, ovvero le informazioni relative alla macchina usata, alla data dello scatto, diaframma, eccetera...».

Sono stati cancellati volontariamente?
«Difficile pensare ad una azione involontaria. Poteva accadere nelle macchine digitali di prima generazione. Ora le informazioni accompagnano per sempre gli scatti, a meno che qualcuno non le tolga deliberatamente per non permettere di risalire a lui. Un’operazione complessa».


Una cosa è certa. Chi ha fatto clic vuole restare nell’anonimato. Logico pensare che proprio per questo abbia cancellato i dati. La domanda che si impone allora è un’altra: perché consegnare all’amica un’immagine capace di aprire inquietanti interrogativi diretti ma anche indiretti? C’è una relazione col delitto del parroco?
Tratto da :. LA NAZIONE SP
Corrado Ricci

mercoledì 6 aprile 2011

Pensioni d'oro, libro denuncia di Giordano Amato, 31.000 euro al mese: ira dei lettori.


Giuliano Amato
Giuliano Amato

"Sanguisughe, le pensioni d'oro che ci prosciugano le tasche": l'ultimo libro inchiesta del giornalista sui lauti vitalizi della nostra classe dirigente fa venire la pelle d'oca: si può arrivare a percepire anche tre pensioni al mese

Bologna, 31 marzo 2011 - La nostra classe dirigente va in pensione senza lavorare. L'ultimo libro inchiesta di Mario Giordano ("Sanguisughe, le pensioni d'oro che ci prosciugano le tasche", Mondadori, 18 euro, in uscita martedì prossimo) fa venire la pelle d'oca: smaschera la schiera di coloro che hanno vissuto da privilegiati. In questo Paese bello e maledetto, sono un esercito di 495 mila unità.
C' è anche l'attuale moglie del Senatur Bossi, al secolo Manuela Marrone. E' dal 1992, quando aveva la veneranda età di 39 anni, che percepisce i suoi 766,37 euro al mese.
Non molti, ma comunque troppi. Da allora, scrive Giordano, "fra le attività che ha seguito con più passione c'è la scuola elementare Bosina, da lei medesima fondata nel 1998, 'la scuola della tua terra', che educa i bambini attraverso la scoperta delle radici culturali, anche con racconti popolari, leggende, fiabe, filastrocche legate alle tradizioni locali. E sarà un caso che nelle pieghe della Finanziaria 2010, fra tanti tagli e sacrifici, sono stati trovati i soldi per dare un bel finanziamento, (800 mila euro) proprio alla Bosina?".
Ma è una cosa normale in questo Paese, dove non ci si indigna nemmeno se il ripetente figlio della signora è consigliere regionale della Regione Lombardia senza avere maturato una lunga e approfondita gavetta.
Ma la signora Bossi è in allegra compagnia: anche gli artisti possono permettersi di non lavorare.
1) Adriano Celentano: in pensione da quando aveva 50 anni. 
2)
Sophia Loren e Raffaella Carrà: in pensione dai 53. 
3)
Carlo Callieri: 5.000 euro al mese da quando aveva 57 anni.
E non scherzano nemmeno gli assegnatari delle pensioni 'a cumulo'. I parlamentari, gli onorevoli di ogni ordine e grado e i magistrati possono prenderne fino a tre. Qualche esempio, tanto per gradire:
1) Giuliano Amato: 31.411 euro lordi al mese (1.047 euro al giorno), che netti sono circa 17mila. L'ex presidente del Consiglio, in pensione da quando aveva 59 anni, ha due pensioni: quella da ex docente universitario e quella da ex parlamentare.
2) Oscar Luigi Scalfaro ha due pensioni, quella da senatore a vita e quella da magistrato (ma ha indossato una toga solo per 36 mesi, fra il 1943 e il 1946). Totale: 15.000 euro netti.
3) Rocco Buttiglione, la pensione di 3.258 euro netti come professore universitario da sommare all'indennità parlamentare.
4) Romano Prodi prende tre vitalizi, quello da ex Presidente della Commissione europea, quello da ex docente e alla fine quello da ex parlamentare. Totale: 14.254 euro lordi al mese.
5) Franco Marini, deputato Pd, che oltre all'indennità parlamentare prende circa 2.500 euro da quando aveva 57 anni.
E questi sono solo alcuni degli esempi 'bomba' che fa Giordano nel suo libro.
Sono davvero meritati tutti questi soldi? Sono davvero produttivi i nostri governanti? E soprattutto: quali saranno le conclusioni che un cittadino normale trarrà quando sentirà parlare di innalzamento dell'età pensionabile? Disillusione. Malcontento. Rabbia. Sgomento. E sempre meno voglia di alzarsi la mattina per fare andare avanti questo benedetto Paese.
QUOTIDIANO NET
di Davide Denina


Il Prodi leader di sinistra che si mette in tasca tre pensioni al mese



Prodi prende oltre 14mila euro di pensione al mese. Anzi: pensioni. Al plurale. Eh sì, perché il Professore di vitalizi ne incassa addirittura tre: uno da 5.283 euro come ex presiden­te della Commissione europea, uno da 4.725 euro come ex parlamentare e uno da 4.246 come ex professore universitario. Totale 14.254 euro lor­di. La somma lo deve imbarazzare non poco. E infatti poco tempo fa, in una dichiarazione Ansa del 24 no­vembre 2010, si è abbassato l’asse­gno previdenziale, esattamente co­me le donne si abbassano l’età: cita­va sì correttamente i 5.283 della com­missione europea, ma poi parlava di 1.797 euro lordi da ex parlamentare e di 2.811 lordi come ex professore universitario, mostrando una prematura ma quantomai conveniente smemoratezza senile: in realtà quelle cifre cui lui si riferisce sono al netto. E al lordo corrispondono appunto a 4.725 (esattamente 4.725,04) e 4.246 (esattamente 4.246,43) euro mensili. 

Tutti strameritati, per carità: non c’è trucco, non c’è inganno. Ma allora, perché, Professore, dire le bugie? A sfrucugliare nei meandri della previdenza italiana si fanno scoperte assai interessanti. Per esempio, il cumulo di vitalizi d’oro è una consuetudine piuttosto diffusa, anche fra coloro che fanno professione di pauperismo operaio. Prendete il vecchio Cossutta: l’uomo dei rubli incassa una pensione Inps dal 1980, cioè dall’anno in cui a Mosca c’era ancora Breznev, Aldo Maldera era il capitano del Milan e Bobby Solo a Sanremo cantava «Gelosia». E lo sapete perché incassa quella pensione? Grazie alla famosa legge Mosca, con cui l’odiato Stato borghese ha riconosciuto a dirigenti di partito e sindacalisti contributi mai versati. Dal 2008, poi, il tovarisc Armando di pensioni ne riceve due: all’assegno dell’Inps unisce infatti il sostanzioso vitalizio parlamentare, 9.604 euro lordi al mese, una cifra che è quasi una beffa per il compagno operaio. 

Ma tant’è: per non farsi mancare nulla, al momento di lasciare il Parlamento, dove aveva piantato le tende da ben 10 legislature, Cossutta ha anche incassato una liquidazione monstre pari a 345.744 euro, pudicamente definita «assegno di solidarietà». Eccome no: solidarietà. Ma con chi? Con il suo conto corrente? Due pensioni riceve anche Luciano Violante: 9.363 euro lordi come ex parlamentare e 7.317 come ex magistrato, per un totale di 16.680 euro lordi al mese. Tre pensioni riceve l’economista finiano Mario Baldassarri, che con Prodi condivise la famosa seduta spiritica sui colli bolognesi durante il rapimento Moro: diventato presidente della Commissione finanze, non ha fatto un gran che per risanare i bilanci pubblici, ma per quel che riguarda i bilanci privati, beh, non si può certo lamentare. Due pensioni vanno in tasca al compagno Giovanni Russo Spena: quella parlamentare ( pari a 5.510 euro netti dal 2008) si va a sommare a quella da professore universitario (2.277 euro netti dal 2002, cioè da quando aveva 57 anni), per un totale di quasi 8mila euro netti. 

Sommano una pensione all’indennità parlamentare sia Rocco Buttiglione (3.258 euro netti come professore universitario dal 2007) sia Franco Marini (circa 2.500 euro grazie alla legge Mosca dal 1991, cioè da quando aveva 57 anni). Ancor più giovane è andato in pensione Sergio D’Antoni, deputato del Pd, vicepresidente della commissione Finanza, già sindacalista assai favorevole ai rigori sulla previdenza altrui: prende una pensione Inpdap di 5.233 euro netti al mese (8.595 euro lordi al mese, 103.148 euro lordi l’anno) dal 1º aprile 2001, cioè da quando aveva 55 anni. Ma il bello è che la pensione è stata liquidata sulla base di (udite bene) 40 anni di servizio. 40 anni di servizio? A 55 anni? E dunque D’Antoni era in università a 15 anni? E faceva già il docente? Possibile? Forse siamo davanti a un genio precoce della scienza giuridica e non ce ne siamo mai accorti? Si badi bene: lo scandalo qui non sono tanto i 5.233 euro netti di pensione Inpdap (che pure non sono pochi per un sindacalista che ha sostenuto la necessità di tagliare le pensioni dei lavoratori) e nemmeno il fatto che essi vadano a sommarsi senza colpo ferire all’indennità parlamentare. 

Tratto da:. Il Giornale

Ecco Ziggybox, per fare musica con sigarette e portacenere (VIDEO)









Roma, 5 apr. - (Ign) - Si chiama Ziggybox e a prima vista sembra un oggetto per fumatori da poter tenere in soggiorno. Invece è un sintetizzatore che genera e modula suoni semplicemente aprendo pacchetti di sigarette e utilizzando i portacenere. Il progetto utilizza sensori di luce e software C++e Open Frameworks. L'idea non sarà 'politicamente corretta' visto gli 'strumenti' scelti ma, dal momento che lo scopo del progetto è mostrare come si possa fare musica con oggetti di tutti i giorni, si può sempre sostituire le sigarette con qualcosa di meno dannoso per la salute.
Tratto da :. adnkronos.com

martedì 5 aprile 2011

TRZ: Il muro interattivo

TRZ: Il muro interattivo: "Non è un televisore e nemmeno un computer. E' semplicemente un muro molto speciale. Targato Panasonic arriva il muro digitale che,a diffe..."