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venerdì 20 maggio 2011

Il maggio delle catastrofi: è il turno del Marsili



Non bastavano il (falso) terremoto romano dell’11 maggio e la fine del mondo annunciata dal revendo Camping ai suoi seguaci. E nemmeno la leggenda metropolitana del “terrorista riconoscente” che ha ricominciato a girare dopo la morte di Osama, con tanto di annuncio “Non prendete la metropolitana a maggio”. No; adesso la catastrofe più gettonata sembra derivare dal Marsili, un vulcano sommerso al largo delle coste calabresi, che sarebbe sul punto di esplodere. Cosa dovrebbe accadere? Lo leggiamo in un articolo di Affari Italiani:
Cominceranno a ribollire le acque, poi uno tsunami di dimensioni mai viste potrerà via tutti i continenti. All’Europa toccherà a maggio di quest’anno,  il 21 azzarda qualcuno. Gruppi di parascienziati sostengono che la fine del mondo avverrà molto prima rispetto alle previsioni dei Maya, quando un vulcano sottomarino erutterà generando uno tsunami che trascinerà sott’acqua tutte le terre emerse del nostro pianeta. Ma non è tutto. Secondo i teorici della panspermia delle creature extraterrestri hanno avvertito l’umanità.
L’origine della data è facile da rintracciare: si tratta del “giorno del giudizio” che secondo il reverendo Harold Camping dovrebbe accadere proprio il 21 maggio. Un appuntamento profetizzato sulla base di originali interpretazioni di alcuni passi biblici e su una concezione della storia umana che nulla ha di scientifico, come vi abbiamo già spiegato in un nostro articolo precedente.
Per quanto riguarda il vulcano sottomarino, invece, le cose sono un po’ più complesse. Il Marsili, in effetti, esiste veramente: fa parte dell’arco insulare delle isole Eolie, nel Tirreno, a 150 kilometri dalle coste calabre e a 140 da quelle siciliane, e a una profondità di circa 450 metri. Non è certo l’unico vulcano sommerso del Mediterraneo: in quella zona (una delle più ricche di fenomeni geotermici e vulcanici, a causa dello scivolamento della zolla africana al di sotto di quella tirrenica) si trovano anche il Palinuro, il Valilov e il Magnaghi.
Il Marsili però ha una particolarità: è il più grande vulcano d’Europa, con i suoi 65 kilometri di lunghezza e 30 di larghezza. Per saperne di più su questo “gigante”, vi consigliamo la visione di questo documentario trasmesso da SuperQuark.
La scoperta del Marsili risale agli anni ’20, ma il dibattito scientifico sulla sua pericolosità è molto più recente. Fra il 2009 e il 2010 vennero infatti effettuati diversi studi sulla morfologia di questo vulcano, grazie a navi attrezzate e sonar multibeam. I dati furono pubblicati su due riviste di settore, il Journal of Volcanology and Geothermal Research e le Geophysical Research Letters, ed emerse che una parte della sommità del Marsili era costitutita da rocce con una bassa densità, quindi più deboli e a rischio di crolli.
Il 29 marzo 2010 il direttore dell’INGV, Enzo Boschi, lanciò l’allarme sulle pagine del Corriere della Sera.
Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso.
Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione.
Il pezzo, firmato da Giovanni Caprara, si concludeva analizzando l’unica possibile soluzione: un sistema continuo di monitoraggio, purtroppo difficile e costoso da realizzare.
Questo articolo generò un piccolo vespaio nella comunità scientifica. Enzo Boschi fu criticato per il tono usato, che faceva pensare all’esplosione come a una cosa imminente, da verificarsi nell’arco di pochi giorni. Ci fu addirittura chi lo accusò, probabilmente a torto, di aver “calcato un po’ la mano” sul problema per sottilineare la mancanza di fondi dell’INGV.
Da questa polemica di oltre un anno fa derivano le recenti profezie, che nei mesi di aprile e maggio hanno ripreso a girare, alimentate probabilmente dalle altre previsioni catastrofiche di questo maggio apocalittico. Questo clima di paura ha indotto l’INGV a diramare un comunicato, il 3 maggio di quest’anno, per spiegare meglio la situazione del Marsili. Qui si legge, tra le altre cose:
Il timore dei ricercatori, manifestato dal Prof. Enzo Boschi, presidente dell’INGV, non è tanto il fatto che possa verificarsi una eruzione sottomarina, ma che una eruzione possa determinare il collasso di una porzione consistente dell’edificio vulcanico, reso fragile proprio dall’attività magmatica.
Un’eruzione sottomarina, insomma, non è di per sè un problema; lo diventa quando per effetto dell’esplosione crolla una parte della parete del vulcano: solo in questo caso (e se la massa spostata è piuttosto grande), è possibile che si crei uno tsunami. Un caso simile in Italia è accaduto il 30 dicembre 2002, quando una frana sullo Stromboli spostò quasi un kilometro cubico di materiale roccioso, dando origine a un maremoto. Le onde raggiunsero in alcuni punti l’altezza di 8 metri, provocando diversi danni e il ferimento di alcune persone.
Che questo accada anche per il Marsili, vulcano attualmente inattivo, è comunque ancora tutto da dimostrare. Si legge, sempre sul comunicato dell’INGV:
Va ribadito che quello dei ricercatori è solo un timore, appunto. Resta infatti da dimostrare che il Monte Marsili sia prossimo a riattivarsi; e anche se questo avvenisse, l’eruzione potrebbe passare quasi inosservata per la popolazione, come dimostrano alcune importanti eruzioni sottomarine recenti (es. il Lohii seamount nella Hawaii o il Kick’em Jenny nelle Antille) che non sono state accompagnate da collassi e/o da tsunami.
Il dibattito nella comunità scientifica è ancora aperto. C’è chi considera l’ipotesi altamente improbabile, come ad esempio Sandro De Vita dell’Osservatorio Vesuviano:
Dal punto di vista della possibile attività vulcanica pensare ad una esplosione che possa causare problemi è fantascientifico, in quanto non è un vulcano che storicamente abbia mai dimostrato attività.
Dello stesso parere il professor Michael Marani, dell’università di Bologna, secondo cui il futuro risveglio del vulcano è un’ipotesi non supportata da alcuna prova scientifica. Insomma, le opinioni non sono concordi, ed è giusto continuare ad approfondire la conoscenza di questo gigante sottomarino.
Ma questo non significa che i catastrofisti abbiano ragione: il Marsili è attualmente monitorato sia dagli esperti dell’INGV che da quelli dell’università di Bologna, e non c’è alcuna ragione per cui si debba risvegliare proprio il 21 maggio, a meno di non credere alle ipotesi antiscientifiche del reverendo Camping. Ricordiamo infatti che, mentre per i terremoti non c’è modo di fare previsioni a lungo termine, per le eruzioni ci sono sempre alcuni segnali precursori di tipo sismico e geologico: e attualmente nulla del genere è stato rilevato per il Marsili.
E anche se l’eruzione avvenisse, non è detto che sarebbe un disastro, a meno di un crollo improvviso delle pareti del vulcano. Se invece tutte queste circostanze dovessero avverarsi, questo è quello che succederebbe, secondo una simulazione di Steve Ward della University of California che ha preso in esame il “caso peggiore” (ovvero un crollo di materiale pari a circa 10 kilometri cubici).
Il maremoto che colpirebbe l’Italia farebbe sicuramente grossi danni, e sarebbe un disastro terribile per gli insediamenti costieri italiani. Ma non potrebbe sicuramente provocare la preannunciata fine del mondo, né generare “uno tsunami che trascinerà sott’acqua tutte le terre emerse del nostro pianeta”, come irresponsabilmente affermato dall’articolo di Affari Italiani.
La fine del mondo, per adesso, può attendere.
FONTE :. Query - La Scienza Indaga i Misteri

giovedì 19 maggio 2011

United Nations "bans" Chemtrails


Stati Uniti "basta" scie chimiche!
Negli Stati Uniti, qualcuno si lamenta, le televisioni danno risalto alla cosa "Scie Chimiche", l'avvelenamento da bario e altri agenti chimici micidiali stanno devastando intere immense di mais, la siccità è diventata perniciosa, le malattie respiratorie e celebrali sono in continuo aumento.

Ma l'esercito nega spudoratamente, nonostante è risaputo che dal 1949 al 1960 si sono fatti esperimenti biologici nell'atmosfera, (sia sulla popolazione ignara, sia sui soldati), spruzzando con aerei sostanze tossiche.

Ora su tutto questo vi è stato messo un muro di omertà, ma qualche giornalista e televisione, (non affiliati al sistema) li sta denunciando, come hanno fatto in Canada poco tempo fa.

E noi? Continuiamo a nascondere la testa sotto la sabbia? Interessandoci del bunga bunga, e di altre cazzate propinate dai talk show televisivi? Se non volete guardare in alto per vedere il cielo stuprato, guardate la vostra macchina, la polvere che si deposita sul parabrezza, noterete un strana luminescenza, è una polvere che si annida nei polmoni e nei bronchi, che fa bruciare gli occhi, una parte delle sostanze contenute in quella polvere è: "BARIO+ALLUMINIO E ALTRI AGENTI TOSSICI", andatevi a leggere qualcosina su tali sostanze e traetene le Vostre conclusioni.


SVEGLIAAAA!!!!

FONTE :. 

PIANETA GLIESE 581 -- Potrebbe essere abitabile

Gliese 581dGliese 581, la nana rossa nella costellazione della Bilancia, è considerata una delle prime stelle attorno alle quali sono stati scoperti sistemi planetari. Dal momento del rilevamento del primo pianeta extrasolare del sistema, Gliese 581 b, gli astronomi tentano di sapere di più sugli altri corpi che orbitano attorno alla stella nana, nella speranza di scoprire un pianeta potenzialmente abitabile.

Gliese 581 avrebbe un totale di sei pianeti, quattro dei quali confermati (e, b, c, d) e due in attesa di conferme (g, f). Alcuni di questi sono stati considerati come potenziali candidati Earth-like, ma due di essi sono già stati scartati dalla lista (come Gliese 581g, chiamato anche "Zarmina").
Gliese 581d, invece, è stato recentemente rivalutato dal team dell' Institut Pierre Simon Laplace, che considera queto pianeta come un potenziale contenitore per forme di vita simili a quelle terrestri.

Gliese 581d è il quarto pianeta in ordine di distanza dalla nana rossa, e si troverebbe all'interno della zona di Goldilocks, la regione di spazio attorno ad una stella in cui, tra gli altri elementi favorevoli alla vita, è possibile l'esistenza di acqua liquida. Ha una massa pari a 7 volte quella della Terra, ed è di due volte più grande, dati che collocano questo pianeta nella categoria "Super Earth".

Il fatto che sia una "Super Terra", tuttavia, non dovrebbe portarci a trarre conclusioni affrettate: una Super Terra è definita tale per via delle sue dimensioni, della sua massa e della sua composizione prevalentemente rocciosa, ma le condizioni climatiche del pianeta, la sua geologia più o meno attiva, e la presenza di una chimica non favorevole alla vita potrebbero renderlo decisamente inospitale.

Gliese 581d, però, pare possedere alcune caratteristiche che renderebbero particolarmente probabile la presenza di acqua liquida sulla sua superficie. Nel 2007, Gliese 581d fu giudicato troppo freddo perchè potesse ospitare acqua allo stato liquido, ma le analisi compiute da Robin Wordsworth e François Forget sembrerebbero confermare il fatto che il pianeta sia effettivamente roccioso, e che un potente effetto serra potrebbe consentire l'esistenza di laghi e oceani.


Gliese 581dGliese 581d non sembra apparentemente possedere le carte in regola per essere un pianeta-oceano abitabile: riceve solo un terzo dell'energia solare che riceve la Terra, e potrebbe mostrare sempre la stessa "faccia" alla sua stella, cosa che creerebbe un emisfero buio e freddo, e uno caldo e perennemente illuminato.

Di certo non sono i migliori presupposti per un oceano di acqua liquida e un clima relativamente stabile, ma la simulazione tridimensionale sullo sviluppo del clima di un pianeta extrasolare sviluppata da Wordsworth e Forget mostra come una spessa coltre di anidride carbonica atmosferica (scenario considerato plausibile per un pianeta Super Earth) possa non solo rendere il clima stabile, ma anche scaldare l'atmosfera al punto da consentire la presenza di enormi masse d'acqua liquida.

La luce di Gliese 581 riuscirebbe a penetrare molto più a fondo di quanto la luce solare riesca a fare con l'atmosfera terrestre, scaldando il pianeta a sufficienza grazie anche alla presenza di nubi di anidride carbonica ad alta quota che favorirebbero l'effetto serra atmosferico.
In aggiunta, il particolare clima di Gliese 581d consentirebbe la circolazione del calore lungo tutta la superficie planetaria, calore che si ridistribuirebbe attraverso l'atmosfera evitando il collasso climatico.

Sia chiaro, si tratta soltanto di uno scenario plausibile, ma non è affatto detto che Gliese 581d sia abitato, o anche solo abitabile. Non possiamo ottenere un'immagine diretta del pianeta per motivi tecnologici facilmente comprensibili, e senza un'osservazione ottica è un po' difficile stabilire con certezza cosa possa verificarsi nell'atmosfera di un pianeta a 20 anni luce di distanza da noi.
Ma la sola possibilità che un pianeta così lontano possa ospitare oceani di acqua liquida, o potenzialmente anche la vita, è qualcosa che merita di certo molta attenzione e un'indagine più approfondita.




La casa passiva: ecco come funziona

Poco nota fino a qualche anno fa, la casa passivaè un’innovazione tecnologica dovuta al fisico tedesco Wolfgang Feist e allo svedese Bo Adamson, professore alla Lund University. L’obiettivo che si prefiggeva era quello di ridurre i consumi energetici di un’abitazione. Il primo tentativo fu fatto a Darmstadt, Germania, nel 1990, ed ottenne risultati eccellenti dal punto di vista del risparmio energetico, tuttavia il costo di produzione non la rese molto popolare. Altri esperimenti si susseguirono negli anni, finché nel 1996 nacque la fondazione Passivhaus-Institut a Darmstadt, con il tempo anche i costi si sono abbassati, anche se alcuni materiali hanno ancora prezzi elevati.

vantaggi in termini di consumo energetico sono enormi: una casa passiva consuma il 90% in meno rispetto alle case tradizionali, e circa il 75% in meno rispetto alle nuove case costruite secondo la regolamentazione termica attuale.
La casa passiva si basa dunque sul concetto di costruzione a consumi molto ridotti, quindi il riscaldamento non è ottenuto mediante un normale impianto “attivo” a consumo energetico, bensì tramite tutte quelle che vengono chiamatefonti passive di calore: la radiazione solare, le persone, l’inerzia termica. Molto importanti sono i fattori come l’isolamento termico, l’assenza di ponti termici, l’elevata impermeabilità all’aria, il controllo della ventilazione.
Molto importanti sono anche l’esposizione della casa e la forma, preferibilmente compatta così da disperdere meno calore a parità di volume. L’efficacia dell’isolamento termico di tutto l’involucro permette di conservare calore all’interno in inverno e di non farlo entrare in estate.
L’istituto passivhaus ha stabilito dei criteri generali riassumibili in quattro punti, necessari oltretutto per ottenere il certificato energetico casa passiva.
Consumo di energia primaria totale annuo che non superi i 120 kWh/mq;
Riscaldamento inferiore ai 15 kWh/mq annui;
Tenuta all’aria di n50<0,6 h-1;
Trasmittanza U = 0,15 W/m²K per le pareti opache e U = 0,8 W/m²K per le parti finestrate.
Punti che, insieme a tanti altri accorgimenti e consigli che, rispettati, garantiscono un’efficienza globale massima della casa passiva.
Tra le critiche al concetto di casa passiva, soprattutto la sua scarsa adattabilità ai climi temperati, che hanno bisogno di accorgimenti diversi, primo fra tutti quello dischermare completamente la casa dal sole in estate. Tuttavia da qualche anno i criteri per ottenere il certificato hanno compreso un punto che permette di evitare l’eccessivo surriscaldamento estivo: non si può cioè superare del 10% i 25°C di temperatura interna nel periodo estivo.
Il comportamento della casa passiva, come è già stato verificato, è efficace. Resta solo da prendere esempio dagli esperimenti piloti, numerosi anche in Italia, per realizzare una sempre migliore efficienza, non soltanto dal punto di vista energetico, ma anche dal punto di vista economico, che ancora crea difficoltà per la diffusione a larga scala di questo tipo di edilizia.
Fonte | Casapassiva.com | Passiv.de

Fukushima. L'emergenza continua



 Anche se sui giornali e nelle tv non se ne parla più in alcun modo,probabilmente per cercare di quietare le coscienze dei cittadini in vista dei referendum l'emergenza nucleare a Fukushima,in Giappone, è ancora in pieno divenire e ben lontana dall'essere risolta. Innanzitutto il nucleo del reattore sembra sia fuso e si sta provvedendo a tentare di riclare l'acqua contaminata, dopo averla trattata, per continuare a tenere la temperatura sotto controllo, temperatura che comunque oggi è tornata a salire. L'operazione si dovrebbe concludere, salvo altre complicazioni a gennaio 2012 quando poi sorgerà il problema su come effettuare la rimozione del nucleo fuso. I reattori 2e 3 dovrebbero essere trattati allo stesso modo, anche se è ancora difficile per la Tepco stessa dire se si potrà effettuare la stessa operazione del reattore 1, in quanto è ancora impossibile da parte dei tecnici entrare nei reattori suddetti in quanto, non avendo subito danni esteriormente all'edificio, le temperature interne e l'ambiente carico di vapore radioattivo rendono impossibile ogni visita all'interno.


Solo oggi dal 15 marzo, due tecnici, completamente protetti da tute, si sono avventurati all'interno del reattore due, riuscendo però a rimanervi solo pochi minuti a causa del vapore eccessivo e e hanno accumulato una dose pari a 3 - 4 milliSv, il che significa un rateo di dose media dell'ordine di 12 - 16 milliSv/h nella zona che hanno esplorato.
Nel frattempo continua lo sversamento di acqua radioattiva lungo le coste e il vapore radiattivo continua a disperdersi nell'aria contaminando gli alimenti. Sul sito del ministero giapponese sono diaponibili i valori di contaminazione dei cibi giorno per giorno e i consigli su quali cibi consumare http://www.mhlw.go.jp/english/topics/2011eq/index.html. Invece a questo indirizzo potrete trovare un buon numero di foto scattate all'interno del reattore uno tratte dal video sopra http://www.tepco.co.jp/en/news/110311/index-e.html . Quindi la situazione è ben lontana dall'essere risolta e non è per nulla tranquillizzante, è stata solo anestetizzata dai media. Se volete seguire la situazione in tempo reale vi posso consigliare di collegarvi al sito http://www.world-nuclear-news.org/RS-Revisions_to_Fukushima_restoration_roadmap-1705114.html in inglese ma molto ben addentro alle problematiche nucleari. In italiano uno dei siti piu affidabili è sicuramentehttp://unico-lab.blogspot.com/ .

Altra notizia di oggi riguardante Fukushima è che la TEPCO, in una relazione di quasi tremila pagine consegnata ieri la governo, imputa la gravità dell'incidente, oltre al terremoto e allo tsunami, ai tecnici presenti in quel momento alla centrale che, per paura, avrebbero disattivato il sistema di raffreddamento del reattore 1, In particolare, il 'condenser system' di emergenza del reattore 1, quello danneggiato dal sisma, dopo il terremoto rimase attivo per meno di 10 minuti, poi venne bloccato per 3 ore,al fine di scongiurare ulteriori danni al reattore visto che la pressione era scesa bruscamente a 70-45 atmosfere.


FONTE :. Pubblicato da momo